Ranieri protesta, ma ha ragione? Ecco cosa dice il regolamento

Il tecnico giallorosso, intervistato al termine della gara contro l’Atalanta, ha protestato a più riprese per il rigore revocato ai suoi. Diamo uno sguardo al regolamento.

La Roma cade a Bergamo, perdendo la propria imbattibilità. Si interrompe a 19 la striscia di risultati utili consecutivi centrati dalla formazione giallorossa, adesso a -1 dal quarto posto presidiato dalla Juventus. Per sperare nella qualificazione alla prossima Champions League servirà vincere le due partite rimaste, dando uno sguardo agli impegni dei bianconeri e della Lazio.

All’indomani del 2-1 del Gewiss, continua a far parlare e a calamitare i malumori di gran parte dei tifosi romanisti il rigore revocato a Manu Koné. Siamo nel secondo tempo della disputa valida per la trentaseiesima giornata di campionato, il centrocampista giallorosso entra in area, anticipando Pasalic e arrivando prima del croato sulla sfera. Il contatto sembra esserci, il direttore di gara fischia il penalty. Alcuni replay, però, rimescolano le carte in tavola, palesando un intreccio minimo tra le gambe dei due calciatori.

Sozza, dopo colloqui prolungati con la sala VAR, decide di andare a rivedere l’accaduto, decidendo di annullare la decisione presa poco prima. Ranieri, infuriato, al termine del match protesta con il fischietto di Seregno, che decide allora di ammonirlo.

Il tecnico testaccino non nasconde il dissenso con quanto andato in scena, protestando ai microfoni di DAZN: “Ci hanno sempre detto che il VAR interviene soltanto se c’è un evidente errore. Ci hanno sempre detto che i falli fatti bassi… lì si vede chiaramente che Pasalic sbaglia l’intervento, si pianta e va a toccare il ginocchio del mio giocatore. Allora, o ci spiegano come dobbiamo attenerci o non si può fare una volta sì e una volta no. Lì il VAR non doveva intervenire. L’arbitro aveva dato il rigore e rigore era. Queste sono le regole“.

Contatto Koné-Pasalic: cosa dice il regolamento

Non si fermano le polemiche ed i meme social sull’episodio che ha visto coinvolti Manu Koné e Mario Pasalic. In particolar modo, ad essere elemento di bersaglio da parte di molti tifosi romanisti è Luca Marelli, sostegno arbitrale di DAZN. L’ex arbitro ha giudicato infatti corretta la decisione di Sozza, bravo nel seguire le indicazioni del protocollo.

Ma cosa dice veramente il regolamento? Con ogni probabilità, la decisione presa inizialmente dal fischietto lombardo ha seguito l’art. 12 del codice AIA: è da considerare punibile il calciatore che con il corpo impedisce la progressione dell’avversario.

Dalla sala VAR, però, non sembrano essere d’accordo: Abisso e Meraviglia richiamano il collega, consigliandogli di andare al monitor perché, come esplicitato nel regolamento, si tratta di chiaro ed evidente errore. Ranieri, nel dopo-partita, si appella però a quell’enunciato che, nel manuale delle regole, recita: “Una decisione di campo di un arbitro si considera definitiva e non appellabile, a meno che questa non rappresenti un chiaro ed evidente errore“.