Il tecnico giallorosso ha rilasciato una lunga intervista ai canali ufficiali del club, soffermandosi sulla finestra di calciomercato appena terminata.
Cos’è successo nelle ultime ore di mercato, ci si aspettava che arrivasse qualcuno e che valutazioni sono state fatte?
“Come spesso succede le ultime ore sono sempre quelle travagliate, dove magari tutte le società si muovono per cercare di risolvere il problema in poche ore quello che non viene fatto in tante settimane. La Roma aveva ancora la voglia e, se vogliamo, la necessità di fare qualche operazione. Però per quanto mi riguarda, pur con una società molto disponibile anche dal punto di vista economico di poter avallare delle operazione, le operazioni che c’erano all’ultimo momento non avrebbero portato un vantaggio tecnico e un esborso un economico importante. A quel punto la società avrà modo di farlo con più calma e con più successo nel prossimo mercato di gennaio”.
Una scelta voluta per non prendere tanto per prendere. L’unità di intenti con la società mi sembra evidente.
“L’ho detto altre volte e ribadisco: con la società c’è sempre stata una comunione di intenti, fin dal primo momento c’è stato un feeling che magari in questo mercato non siamo riusciti a realizzare completamente o ad averlo fatto solo in parte. Ma la disponibilità da parte loro è sempre stata molto alta, anche se sappiamo tutti che fino al 30 giugno c’era la difficoltà del Fair Play finanziario e anche adesso non ci sono state le disponibilità di altri anni, ma sono sempre state sufficienti a garantire le operazioni che si volevano fare”.
Cos’è successo? È un problema di mercato generale?
“Il mercato è diventato molto complicato in virtù di tante persone che ci partecipano, non sono solo le due squadre ma anche agenti e procuratori. Per quanto riguarda la Roma, è indubbio che la priorità fosse la fase offensiva ed erano state individuate figure molto favorevoli per me. Ma dopo la realtà del mercato non sempre ti permette di arrivare a quello che vuoi”.
Sono stati fatti 8 acquisti, tanti giovani forti e nazionali. Ha puntato in queste prime partite su Ferguson. Un parere? Quanto si aspetta da Bailey?
“Sul mercato si è operato in linea con le motivazioni per le quali io e la proprietà ci siamo allineati. Sono arrivati due ragazzi nuovi in difesa, è arrivato Wesley a destra a coprire un ruolo che l’anno scorso molto spesso era coperto da Soulé, che sto cercando di far giocare in modo più offensivo. È arrivato El Aynaoui a coprire Paredes e Gourna-Douath, ho preferito magari un centrocampista in meno per arrivare un attaccante in più. È il mio modo di interpretare il calcio che mi ha portato ad avere buoni risultati ed è chiaro che vado a cercare questo modo diverso rispetto al passato di costruire le squadre. Davanti sono arrivati Ferguson e Bailey a sostituire Shomurodov e Saelemaekers. È il reparto più complicato e richiede più attenzioni e più investimenti. Non nego che avrei voluto una maggiore presenza e di raggiungere quei giocatori che avevamo individuati. Dobbiamo partire da tutto quello che abbiamo. Voglio recuperare Dovbyk: per me si è impegnato moltissimo. Anche Baldanzi è da recuperare e lo stesso Pellegrini, che è rimasto. Sono tutti giocatori che insieme agli altri mi hanno dato delle risposte incredibili e sono convinto che faremo bene, partiremo con loro, guardiamo avanti e abbiamo possibilità e condizioni di esprimerci bene”.
Soulé dopo Pisa ha detto che seguendola può esplodere. L’auspicio per Pellegrini, Dovbyk e Baldanzi è credere in quello che si fa, è un recupero prima mentale e poi fisico.
Possiamo tranquillizzare l’opinione pubblica in merito ad un quadro di tensioni Massara-Gasperini?
“Sono due mestieri diversi. Mi rendo conto delle strategie: quando spingere, quando fare le offerte, quando parlare con gli agenti e quando bluffare. Infatti non partecipo alle trattative, non è il mio mestiere. È chiaro che debba esserci una sinergia importante tra ds, allenatore e società. Non conosco il passato, ma la presenza della società quest’anno è stata molto più continua e più efficace che magari in altri anni. Per me è assolutamente necessario e indispensabile in un calcio dove le cifre sono così importanti, c’è bisogno di fare anche una squadra. Quando faccio una squadra in campo e non lascio tanti battitori liberi, così deve essere anche quella di una società con a capo la proprietà, che è quella che subisce di più i ritorni, sia nel bene sia nel male è la più esposta”.
Al netto di questo mercato, le fa piacere il grande riscontro che il tifoso della Roma le sta dando?
“Sono contento, credo che siamo solo all’inizio e penso di avere tanti spazi prima di cantare vittoria. Sono contento di questo approccio, soprattutto del comportamento dei giocatori e di queste prime due prestazioni. Sapevo già della passione di questo pubblico e della città, l’obiettivo più importante è quello di dare soddisfazioni prima dei traguardi. Tutti ci auguriamo che i traguardi siano i più alti possibili, ma ritengo che la base sia quella: creare una connessione tra squadra, tifosi, proprietà e possono essere i primi passi per cercare di fare qualcosa di buono anche a livello di risultati”.
Quando è arrivato ha detto che era una sfida piena di entusiasmo. Un entusiasmo che c’è ancora.
“Assolutamente sì, poi quando si chiude una fase come quella del mercato si tira al massimo per ottenere il più possibile, poi si tira un punto e si guarda avanti, che significa giocare le prossime partite con Torino, il derby, la Fiorentina, poi inizierà l’Europa League. Per alcuni mesi la palla passerà al campo, non si parlerà del mercato. La situazione è questa e dobbiamo cercare di ottenere il massimo”.
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