Mile Svilar torna al centro dell’attenzione mediatica, che caos per il portiere della Roma: adesso si affida agli avvocati
Non c’è pace per Mile Svilar. Dopo settimane e settimane di discussioni, il portiere della Roma torna al centro dell’attenzione mediatica, e non per le sue straordinarie parate o per altri meriti legati al campo. Se, fino a non molto tempo fa, a far discutere erano state le questioni relative al suo rinnovo contrattuale, al momento il grande problema per Svilar è un altro. Ed è un problema serio che, se risolto, potrebbe farlo diventare addirittura un rivoluzionario nella storia del calcio, un vero pioniere.
Al momento, per quanto riguarda i club, la situazione è tranquilla per Svilar. L’estremo difensore si è legato alla Roma fino al 2030, con un contratto cospicuo che dovrebbe lasciarlo sereno almeno per un paio di stagioni. Il problema è quindi, da questo punto di vista, risolto.
Rimane però un tarlo nella mente di Svilar. Il portierone giallorosso vorrebbe infatti tornare anche a giocare in Nazionale. Il problema è che, a causa del suo doppio passaporto (serbo e belga) al momento gli è impossibile farlo, a causa di un regolamento che gli impedisce di rispondere alla chiamata della Nazionale che lui sente maggiormente propria, quella belga.
Nato in Belgio da genitori serbi, inizialmente Svilar sembrava essere pronto a difendere i pali della rappresentativa balcanica. Dopo aver fatto la trafila delle nazionali belghe, aveva infatti accettato la convocazione della Serbia maggiore per un’amichevole disputata in Qatar nel 2021. Una partita non ufficiale della FIFA e che non è servita a nulla, se non a ‘incastrarlo’.
Stando al regolamento attuale, un giocatore che scende in campo con la maglia di una Nazionale, superati i 21 anni, non può poi chiedere di cambiare nazionalità. In altre parole, per la FIFA ormai Svilar è un calciatore serbo. Punto. Non c’è discussione. E tanti saluti all’autodeterminazione dei popoli (o in questo caso degli individui).
Di giocare con la Serbia, Svilar, non ha però granché voglia. Non a caso, dopo diverse convocazioni con la squadra balcanica, ha rifiutato negli ultimi tempi le chiamate della Nazionale, affermando di voler giocare con il Belgio. Una decisione che ha mandato su tutte le furie il CT Stojkovic: “L’ho sempre chiamato, anche quando era una riserva, ma alla fine ho capito di non poterlo più fare perché ha scelto un’altra Nazionale“.
La situazione è quindi adesso intricata ma chiara, e a risolverla dovranno essere gli avvocati, sia dello stesso Svilar che del Belgio, già al lavoro per cercare di dirimere la questione, appellandosi in particolare a un dettaglio: la non ufficialità del match disputato in Qatar dal portiere con la maglia serba.
Basterà questo cavillo a convincere i giudici? Lo scopriremo tra non molto, ma se alla fine Svilar dovesse vincere la sua battaglia, potrebbe contribuire a cambiare per sempre una regola importante del mondo del calcio.
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