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Calcio

Gasperini: “Non parlo di obiettivi. Dybala ha qualità assolute”

Il tecnico giallorosso, alle 13:30 al centro sportivo Fulvio Bernardini, ha risposto alle curiosità dei giornalisti in sala stampa alla vigilia della sida di domenica 2 novembre, 20:45 a San Siro, Milan-Roma.

Cosa ha aggiunto lei al Dybala che conoscevamo? Parlo soprattutto della tenuta: hanno perso quattro partite negli ultimi dodici giorni, le ha giocate tutte e quattro. Ha tenuto sempre, anche 95 minuti. Cosa ha aggiunto in preparazione e in lavoro atletico a questo campione?

“No, ma i problemi di Paulo sono sempre stati questi, soprattutto recentemente. Diversamente lui ha tutte le qualità, non solo tecniche che sono riconosciute, sicuramente di tiro, ma non solo. Ma lui anche, per quello che riguarda la resistenza, la tenuta fisica, lui ha fibre di alto livello. Altrimenti non riesci a raggiungere traguardi così importanti, se anche dal punto di vista non solo tecnico, ma anche atletico e fisico, non hai delle qualità assolute.

La continuità, ed è stata che non essendoci infortuni di mezzo, lui riesce a giocare. Poi sicuramente si sta allenando molto bene, quindi anche probabilmente prima c’erano dei momenti in cui si doveva allenare meno perché aveva sempre qualche problema. Ha superato in questo momento, anche psicologicamente, le sue difficoltà. Crede di poter raggiungere nuovamente certe velocità, certi spunti, certe capacità di tirare anche un po’ più forte. Però è tutta roba del suo bagaglio. La stiamo tirando fuori, al meglio.

Io vorrei che per lui fosse una stagione veramente di quelle importanti. C’è bisogno solamente di continuità. Poi è un giocatore ancora che aumenta oggi. I giocatori sono ben allenati, possono giocare anche più avanti negli anni. Lui non è così vecchio, assolutamente. Per certi aspetti è nel momento anche migliore della maturità calcistica. Deve avere dentro di sé proprio la voglia di fare una stagione di quelle che ha fatto qualche anno fa.”

Gian Piero Gasperini in conferenza stampa – DajeRomatv.it

Siamo oltre un quarto della stagione, quindi un bel pezzo di strada è stato fatto. A parte questo, se Milan e Roma stanno dimostrando di essere qualcosa in più di semplici outsider, in quella corsa che vedeva solo Napoli e Inter tra le favorite, cosa teme in particolare della squadra di Allegri, che adesso ha avuto due pareggi, ma comunque ha iniziato molto forte anche lei?

“Io non partecipo a queste discussioni Scudetto–Champions, ognuno è libero di trarre le proprie considerazioni, ma in questo momento io quello che penso è la Roma, di come si rapporta a una squadra come il Milan, che hanno avuto tutte e due un’ottima partenza. Ad altri obiettivi e discorsi li lascio tranquillamente.

Poi posso condividere un po’ come tutti, che l’Inter e il Napoli sono partite con i favori, hanno sicuramente qualche cosa evidentemente, se tutti lo dicono, hanno qualcosa in più. Però per il resto l’obiettivo nostro è quello di misurarci, ci siamo misurati anche con l’Inter, abbiamo visto che abbiamo fatto comunque un’ottima prestazione, adesso ci andiamo a misurare a San Siro con il Milan, una squadra sicuramente di valore, che ha messo dei giocatori molto importanti quest’estate, quindi è una bella occasione di arrivare a San Siro e giocare questo tipo di partite.”

C’è un dato che è abbastanza importante in questa Roma: nel 2025 la squadra ha fatto più punti in campionato, 70 punti, addirittura 8 in più del Napoli e 11 in più dell’Inter. Questo dato, abbinato al fatto che questa è una squadra che ha ampi margini di miglioramento davanti, che tipo di indicazioni le sta dando? Che tipo di approccio anche alle ambizioni della squadra sta intuendo in questa fase? Cosa può dare ancora di più questa Roma?

“In termini di punti è difficile che possa dare di più, anche se poi quei punti hanno prodotto un sesto posto e adesso siamo solamente all’inizio. In termini invece di squadra, il lavoro quotidiano è la cosa più importante. Ritorniamo agli obiettivi. Il mio obiettivo è quello di cercare di migliorarsi e di coinvolgere tutti i calciatori il più possibile. Cercare di costruire un’impianto, una squadra che giocando e migliorando il proprio calcio possa essere sempre più competitiva. Se mi dice che può fare più punti la vedo molto difficile. Magari può diventare anche una squadra migliore. Speriamo che i punti che riusciremo a fare siano efficaci, magari più efficaci di quelli realizzati fino adesso.”

Il Milan è una squadra che ruota moltissimo intorno a Modric, sia in fase di costruzione che in fase di letture difensive dell’ex Real Madrid. Volevo capire se la soluzione Cristante trequartista, a preoccuparsi proprio vicino della posizione del croato, può essere una cosa riproponibile.

“Se è riproponibile, è riproponibile per noi, per il nostro tipo di gioco, per il nostro tipo di partita, che non è solo Cristante. Ha fatto molto bene Pellegrini, qualche volta ha provato El Aynaoui. Non so se giocheremo così, se giocheremo con un tridente è diverso.

Per quanto riguarda Modric, è un giocatore comunque straordinario. Lui si sa muovere, si sa spostare, sa occupare diverse zone del campo, quindi non è facilmente limitabile. Però noi dobbiamo pensare essenzialmente al nostro tipo di gara.”

Spesso parliamo dei numeri degli attaccanti, però guardando il rendimento dei centrocampisti: con l’Atalanta quasi tutti avevano 5–6 gol lo scorso anno. Quest’anno Cristante ha segnato, gli altri ancora danno poco dal punto di vista offensivo. È una sua richiesta di buttarsi meno dentro l’area di rigore, si può fare un salto di qualità con i gol dei centrocampisti? E poi le chiedo in particolare un giudizio su El Aynaoui, che sta utilizzando sempre di più.

“No, ma El Aynaoui sta crescendo, sta facendo bene, come tanti altri giocatori che mi sembra ultimamente stiano migliorando il loro inserimento. È un giocatore che è arrivato quest’anno; quelli che arrivano da fuori, da altri campionati, qualcuno — ma sono rarissimi —  che entrano subito e spaccano, altri hanno bisogno di un po’ più di tempo.

Comunque anche se la Roma non ha segnato tantissimo fino ad adesso il suo livello di pericolosità sta aumentando, sta crescendo, però ha segnato con diversi giocatori. Non so, sei o sette, otto… non so quanti giocatori sono già andati a segno, quindi è comunque un segnale di coralità in questo senso, di capacità di trovare gol magari anche con caratteristiche diverse.

Riguarda anche i centrocampisti: magari in questo momento, a parte Cristante, non abbiamo ancora fatto gol, però speriamo di farlo presto. Sicuramente una squadra che poi realizza di più porta a segnare anche più giocatori: in quella squadra segnavano tanti perché segnava tanto, quindi i gol erano magari più distribuiti.”

Nella partita abbiamo visto tante “squadre” diverse: centravanti più statico o più dinamico, Dybala, Cristante trequartista, lo spostamento di fascia di Wesley, ecc. Come va interpretata? È una squadra ancora alla ricerca della sua migliore versione o semplicemente ha tante soluzioni e sarà così fino a fine stagione?

“A me sembra che centrocampo e difesa siano molto simili in tutte le partite, non vedo tutta questa diversità. La difesa è quella, il centrocampo è quello, gli esterni sono quelli. Poi il fatto che Wesley abbia giocato qualche volta a sinistra… ma ha sempre giocato esterno: non è mai andato a fare il centravanti o il difensore centrale, quindi non mi sembra tutta questa varietà.

Cristante è quello che ha giocato più partite insieme a El Aynaoui; i difensori sono quelli. Davanti abbiamo avuto un po’ di varietà in più, quello sì, perché davanti siamo alla ricerca a seconda dell’epoca. All’inizio Dybala non c’era e Bailey neanche: sono stati fuori a lungo, quindi non facevano parte del reparto. Recuperandoli, Dybala lo abbiamo visto bene, ma da due settimane Bailey stiamo ancora cercando di recuperarlo. Chi ha dato continuità è stato Soulé: ha giocato praticamente sempre.

Quindi tutta questa variazione non la ricordo. Anzi, uno dei miei obiettivi iniziali era proprio quello di dare una solidità e una continuità a un nucleo di squadra, poi piano piano inserire gli altri. È quello che sta avvenendo di partita in partita. Però è chiaro che abbiamo bisogno anche di risultati: non ho tanta voglia di fare turnover e tanta voglia di fare cambi.

Diverso durante la partita, perché hai cinque sostituzioni e io le uso quasi sempre. Penso che, per quanto non mi piacciano, le cinque sostituzioni — non mi sono mai piaciute, è un altro calcio da dopo il Covid — le ho sempre utilizzate, mi sono adattato e le uso. Non mi piacciono perché non c’è più calo: prima c’erano squadre che in alcuni elementi calavano e, se tu eri più forte, ne approfittavi. Adesso quando cambi mezza squadra è una roba eccessiva, è basket. Nel calcio mi piaceva di più, era anche una questione di selezione, di stare nei 90 minuti, e secondo me le partite erano anche più belle. Però le regole sono queste e, pur non piacendomi, le cinque sostituzioni le uso tutte, praticamente sempre: è difficile che finisca con quattro sostituzioni.”

Parla Gasperini: “Pellegrini sta giocando, e sta giocando anche bene”

Gian Piero Gasperini in panchina con la Roma – DajeRomatv.it

La mia domanda riguarda gli attaccanti, ci può aggiornare su Dovbyk e Ferguson? E su Bailey: ha giocato circa 40 minuti e poi è uscito, com’è la sua condizione?

“Dovbyk sta bene, è in crescita. Questo noi anche l’abbiamo detto dopo la partita, lo abbiamo detto già da qualche settimana. Se lui sta bene fisicamente, anche qui sotto l’aspetto tecnico fa di più. Quello del gol dell’altra sera è stato un bel gol. Ha avuto occasioni con l’Inter, ha avuto occasioni con la Fiorentina, ha avuto occasioni con il Lille. Quindi quando incominciano ad avere occasioni, poi dopo timbri anche. Ed è un buon segnale.

Il Ferguson con questa distorsione alla caviglia non è una cosa… però ti costringe magari a saltare una settimana o due, quindi i tempi sono quelli.

Bailey l’abbiamo accelerato un po’. Per me ha fatto una buona prestazione contro il Sassuolo, almeno la prima parte della gara, e questo mi ha spinto a portarlo in panchina. Non pensavo di farlo entrare così presto, però poi dopo ributtarlo in campo evidentemente… lui arriva comunque da diversi mesi in inattività e magari le partite dopo tanto tempo, come è stato al Sassuolo, ha fatto fatica a recuperarle. Ma magari ha bisogno un po’ più di recupero tra una partita e l’altra, ma è solo una questione di condizione.

Il giocatore è guarito, perfettamente. Oggi abbiamo visto anche che con gli ultimi accertamenti è perfettamente guarito. Quindi adesso si tratta solamente di trovare la condizione, di spingere, di giocare spezzoni o meno, di recuperare bene tra una partita e l’altra. Lui è solo più una questione di condizione perché è un giocatore che è fermo da parecchio tempo.”

Lei ed Allegri siete tra gli allenatori più esperti del campionato, quanto conta l’esperienza in termini di lucidità nei momenti chiave delle partite?

“Ogni anno è un campionato diverso e ogni partita è una lettura, perché dentro alla stessa partita ci sono più partite. Ci sono partite iniziali, magari parti anche con delle idee, poi bisogna vedere se quelle idee si riflettono in campo, c’è un avversario di mezzo, e le partite cambiano.

Sono molto equilibrate. Quest’anno è un campionato che si dice tutti gli anni, ma quest’anno è veramente più equilibrato che altri anni, dove le squadre anche medio-basse di classifica sono in grado di creare problemi a tutte e di strappare punti.

Quindi: c’è una partita al primo tempo, una partita al secondo tempo, una partita nei finali. Sono molto equilibrate e sono gli episodi quelli che cambiano. Devi essere sempre molto attento a fare le letture giuste.”

In relazione alle ultime partite, Soule sembra quello che risente di più quando la Roma cambia sistema di gioco. Sta bene fisicamente? Ne ha parlato con lui?

“Per me sta facendo bene. È quello che sta giocando di più. È un attacco comunque dispendioso: spendi molto a dover giocare sempre all’attacco, dover sempre dribblare, saltare, avanzare.

Non è che chi esce, esce per demerito: mai. Le sue prestazioni sono sempre di livello, anche l’altra sera comunque. Quindi è quello che ha più continuità e sono molto soddisfatto di questo.”

la mia domanda era su Pellegrini dopo il gol nel derby si parlava di una “seconda vita” in giallorosso. A parte la gara con l’Hellas Verona (90’), poi è partito titolare in due occasioni uscendo al 55’, quindi spezzoni nel finale fino alle panchine con il Viktoria Plzen e nell’ultima partita. Come mai questa gestione?

“Ma se ha giocato sempre, qual è il problema? Cioè, ancora ritorniamo: titolare sì, titolare no… Fa parte di quelli che giocano. Perché se no è sempre… è normale: ci sono 23 giocatori — anzi, coi portieri sono 25 — 11 che giocano e 14 che stanno fuori. Perché entra, gioca, sta facendo bene. Ha avuto il periodo del derby, vero? Poi dopo ha avuto forse un po’ di calo fisiologico ed è ripartito. A Reggio Emilia contro il Sassuolo ha fatto un secondo tempo molto buono. Qual è il problema? Quattro giorni fa… qual è il problema di uno, di quell’altro? Faccio fatica a capire: perché non gioca, perché non è titolare… non lo so.”

(replica)

Volevo sapere se magari si aspettava qualcosina in più dopo il gol nel derby, per sfruttare l’entusiasmo.

“Sì, chi vuole togliere? Chi non le piace? Chi non le piace? No, no… Mi dica: deve giocare Pellegrini, deve uscire…? Ecco, così. Sennò prendete… Cioè Pellegrini sta giocando, eh. Sta giocando anche bene.”

Samuele Zamponi

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