Pochi giorni dopo la conclusione del campionato, a rilasciare delle dichiarazioni nel nuovo episodio di “Campioni del Made in Italy”, serie realizzata da Lega Serie A; è stato il centrocampista della giallorosso, Leandro Paredes.
Sono passati pochi giorni dalla conclusione della Serie A, e tra pochi giorni comincerà il calciomercato. In tutta Italia tiene banco il valzer delle panchine, che deciderà i destini di parecchie squadre del nostro campionato.

In casa Roma si aspetta l’annuncio del nuovo allenatore a breve, in modo che possa mettere mano alla rosa insieme al direttore sportivo Ghisolfi e scegliere su quali calciatori puntare per la prossima annata. Uno dei calciatori più chiacchierati a Roma in quest’ultimo periodo è Leandro Paredes, spesso al centro di voci di mercato che lo vedono vicino ad un ritorno in Argentina. Proprio l’ex centrocampista dell’Empoli ha rilasciato delle dichiarazioni nel nuovo episodio di “Campioni del Made in Italy”. Di seguito le dichiarazioni del giocatore della Roma.
Paredes: “Restare fuori dal Mondiale del 2018 mi ha segnato”
Cosa rappresenta per te la Roma?
“La Roma è stata qualcosa di incredibile, perché fin dal primo giorno in cui sono arrivato mi hanno trattato nel miglior modo possibile. Il giorno in cui me ne sono andato, non solo io ma anche la mia famiglia ha sofferto moltissimo. Per un calciatore è la cosa più importante conoscere l’ambiente in cui si trova, le persone che ha intorno, chi lo accompagna, chi gli fa capire cosa è giusto e cosa è sbagliato per poter essere un professionista sotto ogni aspetto. La Roma è molto speciale per me, è stato il mio primo club in Europa, è stata la squadra che mi ha aperto le porte per giocare in questo Paese. Qui, in questa città, sono nati due dei miei figli. È una delle città in cui mi piacerebbe vivere una volta terminata la carriera, quindi è molto speciale non solo per me, ma anche per la mia famiglia”.

Cosa ne pensi della città di Roma?
“Ci sono posti incredibili che sicuramente visiterò… me ne mancano ancora molti da scoprire. Roma è piena di luoghi meravigliosi e questo è uno dei punti con la vista migliore sulla città. Da qui si può vedere un po’ tutto. Anche lo Stadio Olimpico, non so se si vede bene, ma si intravede. Anche quello è un sogno: poter giocare in uno stadio del genere, uno stadio mondiale, e sono consapevole di ciò che rappresenta per tutta l’Italia. Anche se è già bellissimo così com’è, ovviamente ha una certa struttura e si sta continuando a modernizzare per crescere ancora come città, per far vivere meglio anche le persone. Penso che la cosa più bella di Roma sia che ha mantenuto la sua struttura originale. È qualcosa che mi piace molto. Ovviamente in altri luoghi si è cresciuti e modernizzati tanto, ma per me questo è incredibile. Poter godere di tutto questo, di ciò che è Roma nella sua essenza, è spettacolare”.
C‘è un Leandro dentro il campo e un Leandro fuori dal campo?
“Dentro al campo e fuori sono due persone diverse. Nella vita sono una persona tranquilla, mi piace godermi le cose semplici, la mia famiglia, gli amici, mangiare un buon piatto di pasta in questi posti… ma ovviamente poi, dentro al campo, cambio completamente la mia personalità: divento un altro tipo di giocatore e mostro forse un carattere che fuori dal campo non mostro”.
Che periodo è stato per te quello del Mondiale 2018?
“I momenti difficili sono stati tanti nella mia carriera. Quello che mi ha segnato di più, forse, è stato restare fuori dal Mondiale 2018. È stato molto duro per me, perché mi sentivo molto bene fisicamente e calcisticamente. Pensavo di avere la possibilità di giocarlo quel Mondiale, e rimanere fuori è stato un colpo durissimo per me e per la mia famiglia”.
Su Ranieri e Scaloni.
“A parte la mia famiglia, che è la cosa più importante che ho, il calcio mi ha dato tutto quello che ho nella vita. A Roma ho tantissimi ricordi, è una squadra spettacolare. Ranieri e Scaloni credo che abbiano in comune, prima di tutto, il gruppo: ovviamente il discorso è importante, ma quello che contano davvero per loro sono le persone, il gruppo”.
Sulla maglia numero 16.
“Indossare quella maglia per me è un onore, un privilegio, una responsabilità enorme, e non mi sarei mai permesso di prendere quel numero senza il permesso di Daniele, perché è un numero importantissimo, non solo per lui ma per tutta Roma“.