Il tecnico giallorosso, presente in sala stampa al fianco di Ranieri, ha risposto alle domande e alle curiosità dei giornalisti. Di seguito le sue dichiarazioni.
Continuano le novità in casa Roma. Dopo l’addio – a sorpresa per tempistiche e modalità – di Ghisolfi e Vitali, ecco le parole di Gian Piero Gasperini, nuovo mister che si è detto carico e stimolato dalla grande sfida che lo attende.

Parla Gasperini: “Prenderemo giocatori giovani, su Ghisolfi no comment”
Prende subito parola Claudio Ranieri: “Buongiorno a tutti, per la prima volta state vedendo due allenatori. Mi avete dato del bugiardo, avevo detto che non sarebbe stato Gasperini perché, quando lo avevo contattato, non mi aveva dato una risposta definitiva. I Friedkin lo hanno scelto perché ha fatto bene ovunque è andato. Riesce a cambiare la fisionomia di un atleta, a rendere ottimi tanti calciatori. Lui sa delle difficoltà che avremo nel mercato. Gian Piero è stato chiamato per costruire qualcosa che speriamo possa portare frutti rigogliosi alla Roma”.

Ci racconta un po’ meglio il suo rapporto con Dan Friedkin?
“I primi contatti li ho avuti con Claudio, che mi ha descritto benissimo la realtà di Roma e di questa società. Ho avuto poi modo di incontrare la proprietà, persone che hanno un grande entusiasmo per la Roma. Hanno dei progetti ambiziosi, voglioso creare qualcosa di forte. Sappiamo benissimo la posizione riguardo al fair play, ma siamo davanti ad una proprietà che vuole comunque investire e portare la Roma in alto. Ho avuto una buonissima impressione”.
Per Ranieri: avete già individuato un uomo per il post Ghisolfi?
“La società ha già vagliato alcuni nominativi, quanto prima conoscerete il nuovo direttore sportivo”.
Che cosa l’ha convinta ad approdare nella Capitale? Ha qualche timore?
“Tutti quanti, da quando sono arrivato, mi mettete in guardia sull’ambiente. Io credo che questa debba essere una forza, non una debolezza. Da fuori vedo grande entusiasmo, una passione incredibile per il calcio. Dobbiamo cambiare qualcosa, così da rendere questa squadra forte e migliore. Tutti dobbiamo remare dalla stessa parte, compresi voi giornalisti”.
Per Ranieri: quale sarà il suo rapporto con Gasperini?
“Era antipatico anche a me, è la prima cosa che gli ho detto. Tra i tanti nomi ho fatto il suo perché sono convinto che Roma abbia bisogno di una personalità forte, di un tecnico mai contento e sempre in cerca di miglioramento. Non sarà facile, ma i tifosi ci devono capire e devono stare dietro a Gian Piero e ai calciatori. Il mio rapporto con lui sarà come quello di un amico che, se ha bisogno di qualcosa, potrà contare su di me”.
L’Atalanta ha più volte rubato il posto Champions alla Roma, è a questo che si riferisce quando parla di feeling con i tifosi?
“Dobbiamo, come prima cosa, porci l’idea che possiamo fare qualcosa di giusto, alzando finalmente il livello. Fare meglio di Claudio non sarà semplice, ma questo significa che la squadra c’è. Il gruppo è compatto ed è una base importante. I programmi a Roma non possono esser fatti, bisogna essere concreti, cercando di fare in modo che i tifosi si identifichino nei calciatori. Il resto verrà di conseguenza”.
Cosa pensa di Dybala? Può essere un calciatore da Gasperini?
“Spero che Paulo stia bene, che abbia una buona salute ed una buona condizione. Vogliamo alzare il livello dei singoli, mettendoci – con il mio staff – a disposizione di tutte le individualità. Non ci sono calciatori che non sono adatti a giocare con me. Dybala, se sta bene, è un grande giocatore”.
Che idea si è fatto di Abraham e Dovbyk?
“Il fatto che molti attaccanti abbiano fatto bene con me, penso sia dovuto anche al modo che ho di interpretare il calcio. Vorrei portare questa filosofia anche qui. Le valutazioni sul mercato verranno prese strada facendo”.
Per Ranieri: ci racconta un po’ meglio la trattativa con Gasperini?
“La bugia bianca l’avete scoperta, l’ho chiamato chiedendogli se poteva essere interessato dall’idea di allenare la Roma. Ci siamo risentiti a fine campionato, mandando avanti i discorsi prima di essere sorpresi a Firenze. Il resto è noto, è stato tutto molto veloce. Gian Piero è super motivato e molto entusiasta, ed anch’io sono felice. Io sono arrivato in un momento delicato, facendo quasi da fratello maggiore ai ragazzi. La proprietà vuole portare questa squadra stabilmente in Champions League, puntando anche allo Scudetto. I Friedkin vogliono investire, stanno facendo molto anche per lo stadio”.
Quale obiettivo si pone per questo primo anno?
“Penso che il risultato massimo possa essere la qualificazione in Champions, ancora è presto per parlare di Scudetto. Il traguardo migliore per me è quello di rendere questa squadra più forte, costruendo un nucleo di giocatori che possano dare continuità di prestazione. Questo è il primo passo, poi dall’anno prossimo potremo trattare calciatori sempre più forti”.
Per Ranieri: cosa avete chiesto al mister?
“Semplicemente di fare il Gasperini. A me sorprendeva molto il presidente Percassi quando diceva di iniziare l’anno con l’obiettivo di salvarsi. Noi dobbiamo fare bene, sono sicuro che con il gioco di Gian Piero i tifosi si identificheranno nei ragazzi. Sarà un anno di studio, poi punteremo sempre più in alto. Siamo molto agguerriti per l’Europa League, tutti uniti accettando il fatto che dovremo mandare giù qualche boccone amaro. Ho detto a Gian Piero che il popolo romano vuole vedere la squadra lottare. Sono sicuro che anche quando si perderà i tifosi saranno orgogliosi”.
Il suo approccio è lo stesso di tanti anni fa?
“Certo, bisogna dare un’identità alla squadra, ottenendo la fiducia della gente. Se riesci a creare tale sinergia, tutto viene più semplice. La Serie A è un campionato difficilissimo. C’è una corsa incredibile alle postazioni Champions; quando entri in una piazza del genere devi farlo in maniera dirompente, creando un ambiente forte”.
Per Ranieri: ci può dare la sua versione su cosa è accaduto con l’Italia?
“Si è detto tanto, da parte mia non dico nulla. Rispetto l’Italia, ma sono della Roma”.
A Roma c’è già uno zoccolo duro di calciatori, ha in mente di confermarli?
“La rosa è forte. Non saremo gli stessi, mi aspetto un mercato che possa portare ad una prospettiva diversa, a dei calciatori che saranno il nucleo del futuro. Non sarà una rivoluzione in toto, ma la Roma deve aspirare ad avere nuovi elementi”.
Per Ranieri: quanto c’è di suo nel rinnovo di Svilar?
“Queste sono cose che ha fatto Ghisolfi, io ho fatto ben poco. L’ho solo chiamato dicendogli che vogliamo fare le cose in grande”.
Quali caratteristiche cercherà sul mercato?
“I calciatori devi costruirteli in casa, prendendo giocatori emergenti che possano crescere. Per diventare grandi, servono individualità di spessore. Questo è il nostro programma. Ricordo Mancini e Cristante, due uomini andati subito in Nazionale dopo l’Atalanta. Voglio ragazzi che abbiano l’ambizione di fare la miglior stagione della loro carriera, non bisogna accontentarsi. Parto da una base fortunata, grazie a Claudio”.
Cosa pensa di Pellegrini e Soulé?
“Lorenzo è un giocatore infortunato che, come gli altri, dovrà avere la voglia di raggiungere il picco di rendimento. Soulé è un calciatore offensivo e, di conseguenza, deve creare e fare gol. Il calcio di oggi è fatto da squadre, non da singoli. La Roma stessa lo è stata”.
Per Ranieri: ci spiega meglio la situazione fair play?
“Come sapete abbiamo dei paletti, entro il 30 giugno dobbiamo colmarli. Ci siamo vicini, ma manca ancora qualcosina. Sono parametri che dovremo rispettare anche l’anno prossimo, poi potremo operare con più serenità. Sono fiducioso, in questi due mercati stringeremo i denti cercando calciatori validi, ma non sarà facile”.
Quanto c’è di vero nell’inserimento della Juventus per lei?
“Si, c’è stato, ma ho avuto la sensazione che la Roma fosse la strada giusta, anche con tutti i rischi che mi vengono puntualmente indicati. Sono convinto di aver fatto la scelta giusta”.
Juric è considerato un suo allievo, ma qui non è andato bene. Ha capito quali errori ci sono stati tatticamente?
“La mia esperienza è diversa, anche se con Ivan abbiamo condiviso molto. Sono passati parecchi anni, nel mentre le esperienze sono state diverse. Il mio modo di vedere il calcio si è evoluto, ci sono due aspetti: se vuoi avere la gara in mano o se vuoi lasciare la palla all’avversario. Io voglio avere il pallone, andando a prenderlo alto”.
Per Ranieri: si cercano figure in società?
“Questo non lo posso sapere, a livello calcistico resterà la base solida creata, poi arriverà un nuovo direttore sportivo”.
Quale pensa sia il proprio difetto maggiore? Ed il pregio?
“Il pregio che sento di attribuirmi è che lavoro, e mi piace tanto farlo. Non ho mai imposto nulla ai calciatori, ho sempre provato a convincerli. Quando ho ottenuto risultati, ci sono riuscito perché mi hanno ascoltato. Difetti? Forse me la prendo troppo”.
Come organizzerà la preparazione?
“Intanto non è mai morto nessuno. Per me è importante che i giocatori si divertano, devono capire la fortuna che hanno facendo questo lavoro. L’allenamento è fondamentale, ti migliora. Se non sorridi non puoi giocare bene a calcio. Dobbiamo creare un bel clima di lavoro, aiutandoci a vicenda”.