Josè Mourinho al Benfica: i dettagli

Dopo l’esonero dal Fenerbahce Mourinho è pronto a tornare su una panchina. La panchina in questione è quella del suo “carnefice”: il Benfica. Dopo essere stato eliminato da lusitani in Champions League, Mourinho adesso è pronto a sedersi su quella stessa panchina.

Subito dopo la partita con il Qarabag è arrivato l’esonero dell’ormai ex allenatore Bruno Lage, queste le parole di Rui Costa nel post partita sul prossimo:
“Per quanto riguarda il prossimo allenatore, ci aspettiamo di averlo in panchina sabato prossimo. Deve essere un profilo vincente. Deve essere un allenatore che rappresenta un club di queste dimensioni e deve avere la capacità di portare questa squadra ai livelli richiesti”.

Ecco dunque, che nella notte ha preso piede il nome di José Mourinho, che dopo l’esonero dal Fenerbahçe è pronto a rimettersi in gioco sulla panchina Benfica, sulla quale si era già seduto nel 2000.

Josè Mourinho al Benfica: i dettagli

Occhi sul derby, parla Rizzitelli: “Ferguson mi piace, è cattivo”

Ruggero Rizzitelli, romano d’adozione, ha parlato alla Gazzetta dello Sport ripercorrendo la settimana dei giallorossi dalla sconfitta con il Torino al derby che si giocherà domenica.

Occhi sul derby, parla Rizzitelli: “Ferguson mi piace, è cattivo” – dajeromatv.it


Cosa è successo domenica col Torino?

“Gasp ha sbagliato qualcosa e alcuni singoli erano sotto tono, ma il Toro era schierato bene e non era facile superarlo. Non me l’aspettavo viste le prime due partite della Roma”.

Preoccupa un po’ l’attacco, lei si è mai trovato nella situazione di Dovbyk?
“Certo, ma ho fatto di tutto per far cambiare l’idea all’allenatore. Se invece in allenamento ti fai vedere senza motivazioni, poi non puoi pretendere nulla. Gasperini fa bene a dire quelle cose su di lui. Il tecnico si aspettava di più dal mercato, ma Ranieri ha spiegato come stanno le cose e se la Roma doveva cedere Koné allora meglio essere rimasti così”.

Chi può risolvere il derby?
“Dico Ferguson, mi piace da morire e mi ricorda tanto come giocavo io: attacca lo spazio, aiuta i compagni, è cattivo. Se riesce a sbloccarsi al derby non lo fermi più. Poi c’è Soulé, che sta crescendo”.

Vista l’attesa, ricorda i suoi derby anni Novanta?
“A quei tempi se lo perdevi non potevi uscire di casa. Ricordo il mio gol a 8′ dalla fine nel 1991, oltre alla gioia c’era un senso di liberazione. E così i tifosi si sono potuto presentare a lavoro il lunedì. Oggi non credo sia così, anche se perderlo rischia di rovinarti i prossimi mesi a livello psicologico. È delicato per entrambe”.

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