Gasperini: “Con Dybala tutto chiarito. Su Ferguson…”

Il mister giallorosso ha parlato alla vigilia della sfida di domani contro il Sassuolo. I giallorossi sfideranno i neroverdi alle ore 15:00 a Reggio Emilia. Come spesso accade, è atteso l’esodo dei tifosi romanisti che proveranno a trascinare la squadra verso il primo posto.

Sull’attitudine ad entrare in area di rigore, questa sta un po’ mancando, è allenabile, come? ““Sì, lo è, ma si tratta di una caratteristica allenabile. In attacco, come in difesa, si gioca di reparto lavorando sulle posizioni, sugli smarcamenti e altro ancora. Dobbiamo recuperare tutti i giocatori, dopo Dybala è tornato Bailey e ora bisogna dare una risposta in quel senso”.

Lei giovedì ha espresso il concetto di esame di coscienza da fare sull’attacco. Lo deve fare lei con la squadra o i calciatori? “Era riferito al fatto di lavorare tatticamente sul gioco e sui movimenti, smarcamenti e giocare in zone più pericolose (vicino l’area o in prossimità). Sono questi gli spazi in cui vai a creare i presupposti per far fare gol, il resto è preparazione. Mai usato la parola ‘moscio’.

Gasperini incita la squadra. dajeromatv.it

 

Nelle ultime quattro partite la squadra è andata sempre sotto nei primi 20 minuti, è un aspetto legato alla pressione e si può lavorare su questo? “Le cause sono varie. A volte ci sono delle fasi così, altre no. A Firenze abbiamo poi rimontato, in queste due ultime partite abbiamo preso dei brutti gol. Però con l’Inter abbiamo avuto la reazione che dovevamo avere e siamo stati poco fortunati. Giovedì dovevamo fare di più anche se la reazione c’è stata. Sicuramente sul piano atletico stiamo bene”

Al di là delle difficoltà dei centravanti sembra che la squadra si esprima meglio con un riferimento anziché con il Falso 9. Ma cos’è accaduto con Ferguson? Dopo Pisa è scomparso, cosa è accaduto? “Lui ha giocato 7 partite in campionato e 3 in coppa, quindi 10 in totale, e ha partecipato a 9: l’unica che non ha giocato è stata quella di Firenze. Le cose di cui si parla non sono legate al campo.. Lui ha sempre dato dimostrazione in campo di voler dare delle risposte, anche se in questo momento le risposte non sono state positive, ma in modo abbastanza evidente. Se devo dire la verità, ieri per la prima volta in questa stagione gli ho visto fare un allenamento giusto. È un ragazzo di 21 anni che non arriva da campionati straordinari, viene da un contesto in cui non ha quasi mai giocato, e in questo periodo ha giocato più che in tutta la scorsa stagione. Probabilmente, in un altro campionato, in un altro Paese, in un’altra dimensione, questi ragazzi così giovani possono attraversare periodi molto bassi di rendimento. Però bisogna sempre essere pronti a dargli fiducia e ad aspettare magari che abbiano una reazione. Se poi mi chiedete delle spiegazioni, non si può spiegare sempre tutto: si aspetta, si lavora, si fa, e le risposte devono arrivare dal campo, non da altro. Sul fatto di giocare con o senza un centravanti, io non interpreto il calcio pensando che il numero nove debba essere per forza alto o grosso: si può giocare in tanti modi. L’importante è trovare l’efficacia. Non è necessario avere sempre un centravanti di statura o di grande fisicità. Il calcio è pieno di esempi: quello che conta, secondo me, sono altre cose, altre situazioni — più tecniche, di velocità, di tiro, di abilità nel calciare, di abilità a colpire, a scambiare, nel triangolare. Ci sono tante variabili. Se hai un giocatore là davanti che ti risolve tanti problemi, la strada è molto più corta”.

Mi era sembrato che la considerazione di Dybala l’avrebbe seccata, domani può giocare dall’inizio? “Sì, anche perché non la ritenevo assolutamente vera e giusta. Poi dopo, insieme a tutti gli altri ragazzi, parlando nello spogliatoio, a volte — soprattutto a fine partita — le parole magari non sono quelle che vogliono rappresentare ciò che si intende dire. Però era abbastanza chiaro il senso del discorso: la parola ‘moscia’ non esiste. La parola ‘sottovalutazione dell’avversario’ in questa squadra non esiste, perché questo gruppo non lo merita. E ci tengo a ribadirlo: non lo merita. Questo gruppo, sì, possiamo dire che a volte ha dei limiti, e possiamo accettarlo, perché capita di commettere degli errori e dobbiamo saperli accettare. Ma sotto il profilo comportamentale è un gruppo molto forte, molto sano, e da quel punto di vista non si giustificano mai le sconfitte. L’atteggiamento non sarà mai sbagliato, e non dovrà mai esserlo. Perché, se lo fosse, allora sì che sarebbe un problema. Dybala sta bene, può giocare. Per quello che vedo io, lui ha una buona resistenza, una buona tenuta, come tutti i giocatori di livello. L’unico problema è che stia bene, che non abbia problemi fisici. Quando sta bene, anche sul piano tecnico non ha difficoltà. Anche lui deve cominciare a presidiare l’area, a fare gol, a fare assist: queste sono le cose importanti, perché lui è un attaccante, non serve che giochi a centrocampo, come fanno i centrocampisti. È un giocatore che può partire anche da più lontano, magari nel disimpegno o nella fase di reazione, però è essenzialmente un attaccante. È un giocatore che vale tanto quando fa gol, quando serve assist, quando crea pericoli, quando attacca la porta, quando tira in porta. E lui adesso sta bene, sta molto bene, e questa è una cosa che mi fa ben pensare”.

In queste ultime partite abbiamo visto molti cambiamenti nel reparto difensivo. Se nei due approcci con Inter e Plzen pensa che questo abbia portato confusione? “Non sono d’accordo, assolutamente. In tanti cambiamenti bisogna considerare che stiamo giocando tante partite, una dietro l’altra, e alla fine chi ha realmente giocato? Ziolkowski ha fatto mezz’ora l’altra sera e qualche minuto nel finale con l’Inter. Ma stiamo giocando ogni tre giorni, e quando fai un cambio in difesa è già tanto. Per il resto ho sempre schierato Çelik, Hermoso, Mancini, Ndicka. Stiamo giocando da parecchie partite, quindi ogni tanto bisogna spezzare, far rifiatare qualcuno. Wesley ha giocato a sinistra contro l’Inter molto bene, così come Çelik dall’altra parte. Tutti questi cambiamenti di ruolo li ha gestiti, ha fatto l’esterno sia a destra che a sinistra: è un destro che ha giocato a sinistra, come spesso accade. Wesley ha disputato due ottime partite, sia l’altra sera che contro l’Inter. L’unica cosa che conta, e che va valutata, è proprio questa. Anche giocando ogni tre giorni puoi cambiare qualcosa, ma non sempre puoi rivoluzionare la squadra. Magari, se vuoi inserire un attaccante in più, adatti qualcuno a fare l’esterno, come è successo con Soulé. Questo è l’effetto dei cinque cambi: con cinque sostituzioni puoi influenzare molto l’andamento della partita — se la vinci, se la perdi o se devi rimontare. Non possiamo essere così rigidi, con la logica del ‘esce uno, entra l’altro’, cambiando sempre le stesse caselle. Serve un po’ più di elasticità. Va bene così.”

Lei molto spesso ha detto che molte scelte sono dettate da situazioni emergenza, ci troviamo in una situazione del genere tenendo in panchina titolari in vari ruoli. Per lei il bicchiere è pieno o mezzo vuoto? “Questo è un campionato tosto in cui non è facile avere continuità, ci sono squadre molto vicine. Dobbiamo pensare subito alla partita successiva. In questo momento abbiamo una difficoltà principale — poi se ne possono elencare tante — ma quella principale è fare gol, soprattutto in casa. È la prima cosa che dobbiamo risolvere, e non c’entra il nove, il falso nove o la punta: bisogna far giocare chi sta bene, chi sa andare dentro, chi sa calciare, chi sa stoppare la palla, chi sa triangolare, chi sa fare gol e chi ha fame di fare gol. Gli esempi nel calcio sono tanti: ci sono squadre che hanno fatto gol con il centravanti, senza centravanti, con centravanti che attaccano lo spazio o con centravanti fantastici. La possibilità di accorciare la strada c’è, altrimenti devi trovarne un’altra, ma si può fare in tanti modi. E per fortuna, il calcio è bello proprio per questo”.

Prima ha detto che se uno ha un centravanti forte, la strada per migliorare in attacco è più corta. Le chiedo se questo attaccante forte lo sta cercando per i prossimi mesi? “Non credo che ci siano cose fantastiche… per quella che è la mia esperienza, direi che a gennaio non credo ci siano. Non ci si può aspettare o cercare chissà cosa. L’importante sono le caratteristiche, ecco. Probabilmente sugli attaccanti esterni c’è ancora un po’ da lavorare, un po’ da migliorare. Ma non è una questione legata a gennaio. Io, in questo momento, non sto nemmeno pensando al mercato: sto pensando a migliorare questa situazione che ci sta penalizzando e che, forse, ci fa apparire anche peggio di quello che realmente siamo. In realtà, la classifica è buona. Però, certo, la sconfitta in Europa League dell’altra sera brucia. Fa male. Già perdere con l’Inter ci aveva dato fastidio, per come era arrivata la prestazione. Ma perdere l’altra sera, contro una squadra che non potevamo permetterci di sottovalutare, fa ancora più male. L’unico obiettivo, giocando poi ogni tre giorni, è quello di migliorare. Anche attraverso esperimenti, come diceva lei, anche attraverso delle prove. Perché tanti giocatori sono stati fuori: Dybala è mancato per due domeniche, Bailey per due e mezza. E sono due giocatori che possono essere molto importanti, quindi bisogna provarli, bisogna mandarli in campo. Non si può aspettare troppo: bisogna farli giocare e vedere cosa succede sul campo. E poi, ovviamente, continuare a lavorare anche sull’Europa League. Abbiamo sei, sette giocatori offensivi: l’unica cosa da fare è alzare l’efficacia, migliorando la finalizzazione”.

Ziolkowski e Dovbyk non hanno fatto una partita positiva. L’ucraino come ha reagito ai fischi dell’Olimpico, come li ha visti? “I fischi, quando si perde come l’altra sera, ci stanno. Ci stanno per il giocatore, ci stanno per tutti quanti. Come si reagisce, il giorno dopo si riparte e si cerca di prendersi gli applausi nella partita successiva. Un giocatore, finché indossa la maglia della Roma, va sostenuto. Da parte mia è così. I fischi e gli applausi sono riferiti alle prestazioni, ma da parte mia va sostenuto comunque. Ho sempre spinto chiunque, ho sempre portato avanti chiunque. Un giocatore qui deve saper reagire dopo una prestazione negativa e continuare a lavorare quando le cose vanno bene. L’obiettivo è sempre e solo quello di crescere e di migliorarci. Siamo ancora in una fase iniziale e credo che, rispetto ad altre squadre, in questo momento abbiamo buoni margini per fare qualcosa di meglio. È un campionato difficile, quindi possiamo solo migliorare”.

 

 

 

 

 

 

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