La Roma vince 2-0 contro l’Udinese, sale a quota 24 punti dopo 11 giornate ed è prima in classifica. Ogni volta che è partita così, come segnala Opta, ha sempre chiuso la stagione nelle prime tre posizioni. È un dato che pesa. E che cambia la percezione di questo avvio.
Dopo gli impegni di coppa, dopo una trasferta complicata, senza gran parte del parco attaccanti e con l’ulteriore stop muscolare di Dovbyk, la Roma si impone 2-0 su un’Udinese aggressiva e mai arrendevole. Sfrutta i passi falsi delle altre. Risultato: 24 punti dopo 11 giornate, prima in classifica insieme all’Inter. È solo la sesta volta nell’era dei tre punti che la Roma arriva a questa quota. Le altre cinque volte ha sempre chiuso tra le prime tre (Opta).

Questo è il dato. E questo dato cambia tutto. Perché la sensazione oggi è chiara: questa Roma sta cominciando ad assomigliare a una squadra matura, riconoscibile, “strutturata”. Non è un entusiasmo post-partita: è una traccia tecnica ormai evidente. Contro l’Udinese — con mezza batteria offensiva fuori causa — la Roma ha vinto applicando i principi più profondi del calcio di Gasperini: aggressione immediata sulla palla persa, catene laterali sincronizzate, centrocampisti che riempiono l’area, braccetti che si alzano dentro il campo.
E i segnali concreti sono arrivati, netti: Celik che finalizza da quinto, Mancini che attacca come braccetto invasore, Pellegrini che interpreta la zona intermedia con lucidità ed efficacia. E dietro resta la certezza che tiene su tutto: Svilar. Un’altra gara da portiere che sposta, rete inviolata, interventi pesanti nei momenti chiave. E perfino il dettaglio simbolico: negato a Zaniolo un ulteriore gol dell’ex, come un anno fa. Sono quelle micro-storie che fanno narrativa — ma soprattutto fanno punti.
Sosta, recuperi e mercato alle porte: la Roma vuole ripartire con più armi
La pausa per le Nazionali arriva in un momento in cui la Roma, paradossalmente, ne ha davvero bisogno. Gasperini potrà finalmente lavorare su un reparto offensivo che, nelle ultime settimane, si è ritrovato praticamente a pezzi. Il successo con l’Udinese — ottenuto di fatto senza un vero nove disponibile — ha dimostrato che c’è struttura, ci sono principi, ma servono interpreti.

Il primo recupero atteso dovrebbe riguardare Ferguson: la distorsione alla caviglia non è grave ma va gestita. Poi quello di Bailey, che sta completando il recupero dopo la lesione muscolare. Capitolo Dybala: i tempi sono meno chiari. Servirà almeno una decina di giorni prima di capire se potrà tornare a disposizione e in quali modalità (probabile rientro graduale, con minutaggio controllato). E poi c’è Dovbyk, uscita obbligata contro l’Udinese: bisognerà attendere gli esami per capire l’impatto reale dello stop. E mentre la Roma prova a mettere insieme i pezzi del suo fronte offensivo, si avvicina anche gennaio.
Una Roma prima in classifica dopo 11 turni, con un sistema ormai riconoscibile, non può accontentarsi: una finestra di mercato in cui inserire almeno un altro profilo davanti — anche solo per alzare concorrenza e rotazioni reali — può diventare decisiva per capitalizzare tutto quello che questa squadra sta creando adesso. In altre parole: questo è il momento in cui si costruiscono le ambizioni della seconda parte di stagione.




