La famigerata deadline del 30 giugno è sempre più vicina e si fa sempre più incombente come una classica spada di Damocle sulla testa della Roma, costretta a rispettare i termini dell’accordo siglato con la UEFA.
Il cosiddetto settlement agreement siglato tra il club giallorosso e il principale organo del calcio europeo risale al 2022 e resterà valido fino al 2026, come certificato anche dallo stesso Ranieri qualche tempo fa in conferenza stampa.

“Dobbiamo rientrare in dei parametri adesso e fino al 30 giugno 2026, poi potremo operare con più tranquillità. Ci aspettano due sessioni di sofferenza.” Così si era espresso il tecnico testaccino e in questo senso la Roma sta cercando di operare, anche se le manovre in uscita ultimate fino a oggi non bastano per soddisfare il suddetto accordo.
Roma: servono cessioni
Gli addii di Le Fée, Zalewski, Dahl e quello imminente di Paredes non sono, dunque, sufficienti per tenere fede al settlement agreement che come obiettivo ultimo impone di chiudere il quadriennio con perdite aggregate non superiori ai 60 milioni, costringendo la Roma a dover concretizzare ulteriori cessioni nonostante il pochissimo tempo a disposizione.

Il nuovo Direttore Sportivo Frederic Massara, certamente non aiutato dal mancato accordo tra Angelino e l’Al-Hilal che avrebbe garantito alla Roma un’enorme plusvalenza, vorrebbe evitare cessioni illustri come potrebbero essere quelle di N’Dicka, Svilar e Koné e spera di piazzare qualche esubero in queste ultime ore.
Tra questi rientrano, certamente, Shomurodov, su cui sembra esserci l’interesse dell’Istanbul Basaksehir e del Rennes, Kumbulla, per cui potrebbe aprirsi uno scenario di ritorno verso Verona, Abraham e Hermoso. L’obiettivo è uno solo: mettere a bilancio circa 15 milioni di plusvalenze in poco più di 48 ore. Un’impresa davvero ardua.
Cosa rischia la Roma
E se la Roma non dovesse farcela cosa potrebbe accadere? La multa dell’Uefa di tre milioni recapitata al club 12 mesi fa per aver chiuso il bilancio del 2023-24 in passivo di 81 milioni (comunque in miglioramento rispetto ai 102 dell’annata precedente) è un monito da prendere seriamente in considerazione.
Infatti se la società giallorossa non dovesse riuscire ad adempiere entro i termini prestabiliti sfocerebbe nella cosiddetta “reiterata irregolarità“, capo d’accusa per cui l’Uefa prevede in alcuni casi restrizioni in termini di lista di calciatori schierabili e in altri addirittura l’esclusione dalle coppe europee. La nuova classe dirigente riuscirà a compiere l’ennesima impresa economica degli ultimi anni? Non ci resta che attendere.