Gasperini: “La società non vuole rinnovare il contratto di Pellegrini”

Si apre il sipario sul campionato di Seria A 2025/2026, come di consueto alla vigilia della partita, si è tenuta la conferenza stampa, la prima di Gasperini con la Roma. Ecco le sue parole:

Presenza numero 600. Come se la immagina la prima all’Olimpico?
“Ho letto stamattina che domani è la 600esima partita, è stata una grandissima sorpresa. Niente di meglio di poterla realizzare in un contesto come quello di domani, nuova esperienza, con uno stadio così pieno e esigente. E’ un qualcosa di straordinario. La squadra arriva con tanta voglia di fare. Domani è un biglietto da visita, dietro di noi c’è tanta gente, tanta passione. Giochiamo contro una delle migliori squadre del campionato, una squadra rodata e preparata. E’ una bella prima di campionato”.

Come sta vivendo la situazione mercato e l’infortunio di Bailey? Dybala è pronto?
“Bailey, incredibile, sono veramente dispiaciuti. Un infortunio, anche per la sua gravità, in una situazione davvero difficile da spiegare. C’è anche un video dell’episodio. Peccato, peccato davvero, perché al di là dell’immediatezza della partita – che non so quanto avrebbe potuto aiutare, ma probabilmente sì – pesa soprattutto l’entità dell’infortunio, avvenuto in un gesto assolutamente consueto. Sul mercato le trattative non so che durata possano avere, siamo ormai nella fase finale e tutto diventa molto imprevedibile. Io però guardo alla partita con il Bologna, guardo all’inizio del campionato.

Per quanto riguarda Paulo, è rientrato ormai da dieci giorni e secondo me è sulla strada giusta. Era partito bene in preparazione, poi ha dovuto fermarsi qualche settimana, ma adesso ha ripreso e sta facendo tutto. Anticipo anche un aspetto legato alla formazione: secondo me non può ancora giocare 90 minuti, quindi o parte dall’inizio o entra a gara in corso”.

Si aspettava una rosa più completa per la prima di campionato?
“Indubbiamente sì, soprattutto per un allenatore nuovo. Ma con i ragazzi con cui ho lavorato abbiamo lavorato bene. Abbiamo fatto tanto. Tutti quanti noi vorremmo sempre poter partire con una rosa definita per sfruttare al meglio il periodo di preparazione, ma sembra diventata utopia un po’ per tutti”.

Aveva ricevuto delle rassicurazioni?
“Ti fai delle indicazioni, ti dai dei propositi, no? Poi c’è la realizzazione. Quelli sono sempre molto validi, sempre molto riconosciuti in ogni riunione che facciamo. Poi però la realizzazione può avere tempi diversi e bisogna vedere anche quanto si riesce a fare”.

Dovbyk sarà l’attaccante del futuro?
“Non lo so, non ho la sfera di cristallo per capire cosa succederà in questi dieci giorni. Io sono qui, oltre a domani, dopo di che è convocato, come tutti quelli che lo sono in questo momento. Io penso sempre a guardare avanti e domani credo che ci attenda un bel momento, l’inizio del campionato. Dovbyk, insieme agli altri ragazzi convocati, deve avere la massima concentrazione davanti al nostro pubblico per la prima volta quest’anno. È vero che queste date di mercato possono portare a ritrovarti un giocatore contro due volte, oppure ad averlo e poi rivederlo dall’altra parte. Quello che succederà nei prossimi dieci giorni lo vedremo”.

Lei fece quel discorso sulla musica.
“Non era su Dovbyk. In generale, nel calcio ci sono dei tempi, un po’ come nella musica. Vale per chiunque giochi a calcio, e i giocatori di maggiore qualità sono indubbiamente quelli che hanno il tempo giusto, come nella musica. Chi entra un po’ prima o un po’ dopo corre il rischio di steccare. Ma questo vale anche in un’azione, in una qualsiasi situazione di gioco. Ma l’avete portata su Dovbyk, poverino”.

Allora è più “intonato” Dovbyk o Ferguson?
“Per me, sono due ottimi strumenti, diversi tra loro. Entrambi sembrano essere cresciuti rispetto all’inizio della stagione, sia sul piano dinamico che fisico. Se la Roma di oggi è più forte lo dovremo capire, perché della Roma di prima abbiamo dei parametri, mentre questa ha appena iniziato a giocare ed è sicuramente molto diversa.

Se guardiamo l’ultima formazione scesa in campo a Torino, a fine maggio, rispetto a quella oggi sono passati tre mesi: ci sono tre titolari che non ci sono più, 6-7 giocatori in panchina che non ci sono più. In totale una decina di calciatori hanno lasciato, mentre ne sono arrivati cinque, di cui uno purtroppo si è fatto male subito. Parlo ovviamente dei giocatori di movimento. È una Roma diversa, anche nei numeri: basta fare il confronto per accorgersene. Se sarà più forte, me lo auguro, ma non posso dirlo adesso. Lo scopriremo strada facendo, quindi cerchiamo di capirlo insieme”.

A che punto è il recupero di Pellegrini? Vedremo El Aynaoui più avanti?
“Abbiamo varie soluzioni. Pellegrini è vicino al recupero. Non si è mai allenato con la squadra, ma queste domande vanno fatte a lui e alla società. Non c’è una situazione chiara, la società non vuole allungare il contratto e Pellegrini vuole ambire alla Nazionale e deve giocare. Ma non sono io la persona indicata, ma cerco di chiarire. Non voglio fare polemica. Quello che sembra a me è che se trova una situazione adeguata è contento lui e la società ma ad oggi non c’è questa possibilità. Questo è quello che vi posso dire”.

Gasperini: “La società non vuole rinnovare il contratto di Pellegrini” – dajeromatv.it

Gasperini: “I giocatori giusti sono quelli bravi. Rientrano tutti nel mio modo di giocare”

Gian Piero Gasperini perplesso
Gasperini: “I giocatori giusti sono quelli bravi. Rientrano tutti nel mio modo di giocare” – dajeromatv.it


Come ha visto i nuovi acquisti?

“Nella partita possono giocare tutti. Sono i profili su cui la Roma ha pensato di costruire il proprio futuro. Tutti giovani: il più vecchio è Neil che ha 24 anni, Ghilardi è un 2003, Wesley è un 2003, Ferguson un 2004. Sono dei bei profili. Mi piace lavorare su di loro. Arrivano da momenti diversi: ad esempio Wesley arriva da 30 partite di fila, Ferguson da molto tempo di inattività, Ghilardi ha iniziato la preparazione quando è venuto da noi. El Aynaoui mi sembra quello più in condizione. Mi piacciono, penso si possa lavorare bene.”

Il suo modo di schierarsi contro il 4-2-3-1?
“Non è una questione che riguarda i nostri giocatori. E’ un adattamento che si può avere nei confronti di un avversario. per me l’ideale è che la squadra abbia sempre duttilità e la capacità di giocare almeno due moduli disinvoltamente senza problemi. Ci vogliono le partite: più giochi e più assimili i concetti per avere questa duttilità.”

I nuovi arrivati sono giocatori giusti per le sue caratteristiche?
“I giocatori giusti sono quelli bravi. Rientrano tutti nel mio modo di giocare e nelle caratteristiche con cui si vuole ripartire, con le richieste che sono state fatte a me dalla società. La necessità di ringiovanire, di ripartire con giocatori emergenti che possano far fare plusvalenze. Bisogna prendere ragazzi che abbiano un futuro e un valore. Altrimenti andiamo a prendere giocatori affermati, con contratti molto alti, ma lavori meno in prospettiva. Il segnale della società quando è venuta da me era quello. Io sto pensando come lavorare.”

I suoi quinti all’Atalanta erano fisici, a Roma sono diversi. Cambierà il gioco o gli esterni dovranno fare comunque ciò che facevano all’Atalanta?
“Ne ho avuti talmente tanti, uno diverso dall’altro, che non tutti facevano le stesse cose. Posso dire che Conti era diverso da Spinazzola, Gosens era diverso da Hateboer, Maehle era diverso da Castagne, Bellanova era diverso da Zappacosta. E così Angelino e Wesley sono diversi da tutti gli altri, come lo è Rensch rispetto a tutti gli altri. Vanno rispettati per quelle che sono le loro caratteristiche, le loro qualità migliori, e bisogna cercare di farli rendere al massimo proprio in base a queste qualità”.

È possibile vedere una Roma più difensiva o già “gasperiniana”?
“Posso dire che la cerchiamo, poi se ci riusciremo già domani non lo so. Giocheremo per un solo obiettivo, come sempre: cercare di ottenere il massimo risultato. Non per mancanza di rispetto verso l’avversario, chiaramente, ma con la fiducia che possiamo costruirci e con l’intenzione di affrontare la partita con quello spirito”.

Conosceva le difficoltà del mercato? Hermoso?
“Hermoso sembrava non dover venire in ritiro, poi invece è stato aggregato all’ultimo momento. Si vede che ha giocato a livelli alti: è un giocatore che era rimasto fermo quattro mesi prima di iniziare la preparazione. È serio, ha fatto tutta la preparazione, si è allenato bene e ha disputato tutte le partite, anche se inizialmente non sembrava rientrare nei programmi. Domani Celik è squalificato, quindi devo trovare un sostituto.

Hermoso è mancino come Ndicka: o si farà un giro così oppure si troverà un’altra soluzione tra quelle possibili. Io sapevo delle difficoltà fino al 30 giugno, mi auguravo che dopo ci fossero più possibilità. In parte c’è stato, poi però c’è stato un blocco. Il mercato, comunque, si potrà valutare fino al 31 agosto. La volontà della società nei miei confronti è sempre stata la stessa, hanno sempre detto le stesse cose. Le loro priorità per me sono sempre state chiare, ma la realizzazione è un po’ più complicata”.

Cosa l’ha colpita di Ferguson?
“Ferguson è il classico ragazzo che ha fatto benissimo due anni fa e poi ha avuto una fase in cui, magari per motivi diversi: infortuni o altre situazioni, non ha rispettato quelle che erano le aspettative. È anche la classica situazione in cui è bello riuscire, insieme, ad aiutare questo ragazzo a ritrovare i valori che aveva qualche anno fa”.

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