Oggi è uscita un’intervista di Claudio Ranieri firmata Paolo Assogna ed Angelo Mangiante per Sky Sport. Nella puntata delle 13:30 del tg sportivo, è andato in onda un estratto delle parole dell’ex mister giallorosso, oggi Senior Advisor del club.
Un progetto sportivo avallato da un romano e romanista d’eccellenza. Il ciclo Gasperini è firmato Claudio Ranieri, perché è su spinta dell’uomo di Testaccio che Gian Piero siede sulla panchina della Roma. Sir Claudio non ha mai nascosto la stima per l’attuale mister della Roma, che secondo Ranieri è il perfetto timoniere di un club che deve fare i conti con i ferrei paletti del Fair Play Finanziario imposti dalla UEFA, non solo per questa sessione di calciomercato, ma fino a Giugno 2026. L’obiettivo della Roma è proprio quello di cercare di creare propri asset tramite la valorizzazione di calciatori con un tecnico che ha fatto di questo il suo marchio si fabbrica principale. Ad esempio, il neo acquisto del Napoli Rasmus Højlund, parti per Manchester da Bergamo per una cifra intorno ai 70 milioni, risultando la cessione più costosa della storia atalantina.

Merito di Gasperini che riuscì a tirare fuori il meglio dal calciatore danese. Lo stesso proverà a fare a Roma, con magari risultati sportivi soddisfacenti, con un Ranieri in più alle spalle. Oggi è lui il garante della Roma e dei Friedkin e a tale proposito, ha lasciato delle dichiarazioni sull’attuale situazione finanziaria del club.
Ranieri:”Non vogliamo privarci dei pezzi pregiati”

Ecco le dichiarazioni del Senior Advisor della Roma:”Gasperini ha avuto un approccio ottimo, nonostante per rientrare nei parametri del Fair Play siamo costretti a vendere.” Poi l’ex mister ora dirigente, si è soffermato su alcuni aspetti legati a trattative e rinnovi:”I rinnovi di Pellegrini e Dybala sono legati alle prestazioni in campo.” Però loro hanno situazioni contrattuali un po’ più impegnative rispetto agli altri, quindi anche il contenuto economico sarà un valore :”Sì, certo, ma tutto dovrà essere proporzionato al Fair Play Finanziario e a quello che possono dare. Noi vorremmo che dessero il 100% ad ogni partita, che fossero i giocatori-faro di ogni partita. Se sarà così, sicuramente ci sarà da pensare e vedere bene tutto. Sancho? I Friedkin erano disposti a fare questo sacrificio economico, tra l’altro ai limiti dell’insostenibile, per accontentare Gian Piero, ma per farlo avremmo dovuto vendere un nostro pezzo forte ed è ciò che non vogliamo fare. Sarebbe stato impossibile vendere questo profilo. Abbiamo preferito inserire giovani che con il nuovo mister possono crescere.”

Poi sulla stagione:”Vediamo come va il percorso in Europa, sono tutte entrate. Se dovessimo andare male, dovremmo vendere qualcuno. Non possiamo rischiare di andare in Champions ed essere espulsi dalla competizione.”
Quali caratteristiche devono avere i giocatori sui quali investite? “Sicuramente forti, perché siamo la Roma, e giovani ma già con qualche speranza in più. Ripeto, siamo la Roma, non una squadra che non ambisce a entrare nelle coppe. Servono giocatori di belle speranze e per questo è stato scelto dai Friedkin un allenatore che ha nel suo pedigree questa qualità: quella di scoprire, tirar fuori il meglio da ogni giocatore. Ci aspettiamo questo”
Che tipo di vicinanza c’è da parte della proprietà verso la squadra e la dirigenza?“Totale. Io non so quante videocall, chiamate, messaggi ho fatto giorno dopo giorno. Se non mi si vede è perché non voglio: non devo né voglio apparire. Ci sono l’allenatore, i giocatori… sono loro che devono essere messi in mostra. Io sto dietro le quinte e cerco di aiutare nel mio piccolo quello che posso fare. Lo faccio veramente con tutto il cuore per la Roma”
Ci racconta un po’ questo nuovo ruolo: se le manca un po’ l’adrenalina del campo, se i consigli che lei dà ai Friedkin in qualche modo sostituiscono questo aspetto emotivo?”Devo dire che negli ultimi anni della mia carriera sono stato spesso a casa fino alla chiamata. Soltanto con il secondo anno della Sampdoria e il secondo anno del Cagliari ho iniziato la preparazione. Se no, mi lasciavano a casa per l’estate e poi venivo chiamato (ride, ndr). Per cui ancora non percepisco quella mancanza, ma devo dire che ho fatto parecchie videocall in questo mese di mercato, sono stato molto attivo. Certo, poi quando vedi le partite ti piacerebbe stare lì, però io credo che ci sia un’età per tutto. Questa è la mia età di stare fuori, vedere e aiutare gli altri”
Conosce benissimo l’ambiente, il territorio tutto della Roma… che valutazione dà di questo primo approccio di Gasperini a Roma?”Ottimo, ma ne ero sicuro. Quando abbiamo fatto una lista e i Friedkin hanno scelto Gasperini, eravamo sicuri di lui. Si parlava di antipatia, ma io ho detto che per me era ancora di più dell’antipatia: era qualcosa oltre, di un avversario veramente molto difficile da affrontare. Però poi quando ce l’hai a tuo favore le cose cambiano. È un allenatore che pretende, esige il massimo da sé stesso prima di tutti e poi dagli altri: per cui questo ci voleva per la piazza di Roma. Io ne sono super convinto e sono super convinto che farà un grandissimo campionato”.
Questa è una società che ha messo dentro profili diversi: Massara come DS, Gasperini allenatore, lei in questo nuovo ruolo. Che sinergia c’è tra voi, che condivisione?
“Totale, ripeto: con i Friedkin ci siamo confrontati più volte. Certo ci possono essere non dico dei contrasti, ma delle opinioni diverse e proprio per questo si fa un brainstorming: si pensa, si parla, si sviscerano tutte le problematiche che ci sono e poi i proprietari decidono”