La Roma tornerà in campo domenica alle 15 per affrontare nel quinto turno di campionato il Verona all’Olimpico. I giallorossi arrivano alla sfida con una buona dose d’ottimismo visti i successi nel derby e nella giornata inaugurale dell’Europa League ai danni del Nizza per 1-2 con le reti di N’Dicka e Mancini.
Prima della consueta conferenza stampa pre-gara che Gasperini terrà domani alle 20:45, il suo vice Tullio Gritti, ha parlato ai microfoni ufficiali del club approfondendo il rapporto tra loro e le varie dinamiche che si sono susseguite nel corso degli anni.

Di seguito un estratto delle sue parole. Si è soffermato molto sulla nuova avventura nella Capitale tirando fuori dalla scatola dei ricordi anche qualche aneddoto.
Le dichiarazioni di Gritti
Stadio Flaminio, 25 marzo 1990, Roma-Verona. La ricorda?
“La ricordo eccome perché perdemmo 5-2 e fino a quel momento non mi era mai capitato di subire così tanti gol in una partita con una mia squadra. Noi eravamo in lotta per la salvezza, ma a fine campionato non riuscimmo ad evitare la retrocessione. Di quel giorno ho ancora in mente il calore del Flaminio e della tifoseria romanista”.
Lei ha vestito la maglia gialloblù pochi anni dopo lo storico scudetto del 1985. Solo cinque stagioni dopo quel tricolore la squadra si ritrovò in B.
“Vero, però l’ambiente non ci ha mai contestato. Capivano che la nostra era una squadra che metteva tutto in campo, anche se il verdetto ci condannò. Verona è una di quelle realtà ideali per fare calcio. Città bella, tifoseria appassionata, facendo le dovute proporzioni una Roma in piccolo. Lì comprai casa. Poi, sono stato molto bene anche a Torino, giocando nel Toro nel 1987-88, dove inizialmente nemmeno volevo andare, stavo bene a Brescia. Ma poi il presidente Baribbi mi convinse ad accettare”.
Gasperini l’ha conosciuto incrociandolo sui campi di calcio o dopo?
“Ci ho giocato contro e gli ho fatto gol, quando lui stava al Pescara… Ma il rapporto vero nasce al Genoa nel 2006. Io ero già lì e facevo parte dello staff di Vavassori, mentre lui fu ingaggiato da Preziosi come allenatore. In un primo momento mi affidarono i fuori rosa della prima squadra, dato che i tesserati erano tanti. Successivamente, lui stesso mi propose di entrare nello staff e da quel momento ho sempre lavorato con lui, eccezione per la parentesi di pochi mesi all’Inter in cui il mister non riuscì a portare con sé tutti i suoi collaboratori”.
E qual è la peculiarità che il mister apprezza maggiormente del lavoro che lei svolge?
“Al di là del lavoro quotidiano sul campo, ci sono stima e fiducia reciproca, ci sono sempre state. E ormai basta soltanto uno sguardo per capirci, senza nemmeno parlare. Lavorare con lui ti arricchisce totalmente. È davvero un visionario, riesce a capire in anticipo cose che altri non colgono. Con lui il calcio lo vedi e lo vivi in tutte le sue sfaccettature. A questo proposito, sa cose disse Tuchel dell’Atalanta?”.
Racconti pure.
“Nel 2021, in occasione del Festival dello Sport di Trento, il tecnico tedesco, che ha allenato solo grandi squadre, raccontò questo aneddoto. Per preparare il quarto di finale di Champions League, nell’anno del Covid, guardò per diversi giorni i video dell’Atalanta. E più andava avanti, più ripeteva la stessa cosa ai suoi collaboratori: “Ma è vero che stanno facendo queste cose?” Più ci studiavano, più si meravigliavano”.
Com’è stato passare da una piazza come quella di Bergamo a quella di Roma?
“La differenza maggiore è nel sapersi muovere in una realtà così grande, con il traffico della Capitale soprattutto… (ride, ndr) Ma ci stiamo abituando. Ed è stato bello, in questi primi tempi, andare in giro per la città con il mister e raccogliere il calore dei tifosi. Stiamo lavorando bene”.