Il centrocampista giallorosso ha rilasciato una lunga intervista a Il Romanista. Di seguito le sue dichiarazioni.
Partiamo da Milano. Hai visto dove stava andando la punizione? Hai avuto modo di rivederla?
“Purtroppo sì. Lì per lì si vede che è fallo di mano, che è rigore… E si è contenti. Si pensa: ‘Va bene anche così’. Poi è successo quello che è successo. Però ci sono tanti spunti positivi da prendere nella partita di Milano. Io sto qua da dieci anni, poche volte ho visto la Roma così e secondo me siamo sulla strada giusta. Poi è normale, bisogna dare il tempo giusto alle cose. Per poter apprendere ciò che ci chiede il mister. Io sono convinto che questa sia la strada giusta”.

Vi trovate bene in campo? All’inizio delle partite sembra che dobbiate sempre capire un po’ dove siete… E avete faticato. Avete assimilato il gioco di Gasperini? Vi ci state trovando?
“Secondo me sì. Le difficoltà tattiche dipendono anche dagli altri. Come col Lille: abbiamo perso e fatto fatica, inizialmente, dato che loro avevano uno dei giocatori tra le linee e bisognava andare a prenderlo diversamente da come avevamo preparato. Poi si lavora su quella che è la preparazione della partita. Per quanto ci riguarda, sempre in corrispondenza degli avversari. A volte, non accade ciò che ci si aspetta e serve qualche minuto per capire bene che cosa sta accadendo. Ma siamo sempre riusciti a rimettere la partita sui binari giusti. Anche a Milano, contro un Milan che si chiude bene, riparte e ha una squadra di livello, ci siamo messi lì e abbiamo giocato. Nel primo tempo c’è stata una grande mezz’ora; poi abbiamo sofferto negli ultimi 10’ e siamo andati così così all’inizio della seconda frazione. Ma poi la gara è stata abbastanza a senso unico”.
Come valuti questa distanza con le favorite? Avete messo in difficoltà l’Inter, col Milan avete dominato per alcuni tratti. C’è ancora distanza tra la Roma e queste squadre?
“Secondo me c’è distanza tra il Napoli e le altre. Gli azzurri vengono da un anno in cui hanno vinto, in cui si sono fatte determinate cose che stanno continuando a fare. E hanno messo dentro parecchi giocatori importanti”.
Pensi che sia quella di Conte la favorita in assoluto in Serie A?
“Sì. Per me sì. Poi viene l’Inter, semplicemente per i giocatori, per la loro qualità e la loro esperienza. E da quello che si nota, si vede che il gruppo segue tanto Chivu, lo rispetta e ci crede. I giocatori sono importanti. Dopo arriva il Milan, che ha una squadra forte. Noi, più che guardare quanto siamo o non siamo distanti da loro, dobbiamo guardare noi stessi e basta. Ci sono cose in cui possiamo migliorare e se si migliorano quei punti, ci si può divertire. Fare le cose giuste. In questo inizio, tante volte abbiamo vinto con un però. “Però qui, però lì, però 1-0…”. Quando aggiusteremo questi però, sarà un po’ più chiaro il tutto”.
Parla Pellegrini: “Vi dico tutto su Gasperini”
Gasperini vi parla del vostro obiettivo? Lui ha parlato di obiettivi tecnici ed economici. E sembra non precluda nulla…
“Perché dovremmo precludere qualcosa? Siamo tutti i giorni qui, lavoriamo tanto per cercare di migliorarci e di far andare bene le cose. Il mister ci dice cose in cui io credo, ovvero che dobbiamo concentrarci sul campo. Col Milan abbiamo fatto 20 tiri in porta, 30 cross e zero gol. Sono quelle le cose in cui dobbiamo migliorare. Essere più cinici, tante volte, è anche un discorso di testa. Spesso ci si fissa: “Ora non entra…”. Invece no. Gasperini dice di migliorarci sulle cose in cui dobbiamo migliorare; tutto ciò che riguarda l’impegno, la dedizione, la determinazione. Nelle ultime cinque partite, anche il modo di giocare è cambiato in positivo. Poi, fra un po’ di tempo, ci daremo un obiettivo più concreto. Parlare adesso è anche un po’ inutile”.

Hai detto di aver visto raramente una Roma come quella di Milano…
“Con Daniele (De Rossi, ndr) la vidi. È la verità. In Europa League”.
Gasperini è diverso come allenatore? Vi fa lavorare più degli altri?
«Sì. Ci fa lavorare, cerca di farci entrare anche a livello mentale nel suo modo di vedere il calcio. Per questo dico che siamo sulla strada giusta: è passato poco tempo, ma già si notano tante cose diverse da quelle di prima. Anche le richieste lo sono».
Si vede quindi che Gasperini è diverso rispetto agli altri allenatori che hai avuto…
“Sì. Ognuno ha le sue particolarità, a livello calcistico, e le sue richieste. Però, personalmente, penso che il mister sia un allenatore da campo, che si concentra su quello e che vuole far migliorare i giocatori lì. Alla fine, tutto il resto non che sia superfluo, ma ciò che c’è fuori è una conseguenza di quello che si fa sul campo. Quindi è giusto concentrarsi su quello”.
Parlavi di richieste diverse. Che cosa intendi?
“Sicuramente tutti gli allenatori non vogliono perdere e vogliono vincere. Gasperini però richiede un certo tipo di pressing, che vuole recuperare palla in fretta, dominare la partita. E recuperare la palla alta. Finalmente vediamo i nostri difensori venire a recuperare la palla alta. Ci abbiamo fatto anche tanti gol. L’anno scorso non succedeva. È un modo di giocare diverso, che se si comprende e lo si fa proprio, diventa bello”.
Quanto siete lontani dal capirlo completamente?
“Secondo me non siamo lontani. Quello che ci ha sempre detto il mister è che questa squadra ha grande dedizione nel fare le cose”.
Sentirlo dire pubblicamente fa piacere, sembra sincero…
“Perché al di fuori di Roma, o magari anche dentro Roma, qualcuno pensa che qui dentro succedano chissà quali cose… Siamo visti come quelli che cacciano gli allenatori… Io, in particolare. Qua decido tutto io: se avessi detto di non farvi entrare, voi non sareste entrati mica! (ride, ndr)”.
E tu che rapporto hai con Gasperini? Ora non hai più la fascia, ma stai giocando e sembra che ti tratti con onestà e quasi ammirazione…
“È la verità. Anche negli anni scorsi, quando io portavo la fascia la domenica, ho sempre detto che la fascia è di chi la porta tutti i giorni. Di chi non viene mai un minuto in ritardo a Trigoria, perché è una questione di rispetto verso se stessi e verso tutti i professionisti che sono qui. Di chi ha sempre un atteggiamento propositivo coi compagni. Di chi non si preoccupa solo di se stesso, ma del bene del gruppo. Questo per me è essere un capitano e quello che ho provato sempre a essere. Non solo quando avevo la fascia al braccio, è uguale oggi che non ce l’ho”.
In estate, tra l’altro, Gasperini ha parlato di te. E ha detto che la questione del tuo “recupero” doveva essere condivisa da società e tifosi. Che effetto ti hanno fatto quelle parole?
“Secondo me il mister è una persona molto schietta, lo apprezzo tanto per questo. Ci siamo confrontati quando ero ancora infortunato e lavoravo a parte. Una volta rientrato in squadra, mi ha sempre trattato come uno degli altri, senza problemi. Io non so che voci gli fossero arrivate… Né lui, né io siamo persone che hanno bisogno di parlare un’ora tutti i giorni. Però, quando ci si parla, si dicono le cose come stanno. Poi basta. Si è chiuso il calciomercato, sono rimasto qui e abbiamo lavorato in campo”.





