Alla vigilia di Roma–Cremonese, Gian Piero Gasperini ha risposto alle domande dei giornalisti analizzando stato della squadra, condizioni dei singoli e obiettivi del momento.
Voglio un attimo concentrarmi su Ferguson. Immagino torni tra i convocati. Non vorrei tornare sui suoi numeri o sul suo rendimento, aspetti abbastanza conosciuti. Mi colpì molto una sua frase un mesetto fa, quando disse: “Per la prima volta gli ho visto fare un allenamento giusto”. Mi sembrava un po’ come se, a livello di lavoro quotidiano, faticasse a decifrare quello che gli chiede il calcio italiano — e lei in particolare, probabilmente. Avevo capito bene? C’è stata un’evoluzione in questo senso, il ragazzo è migliorato?
Gasperini:
Sicuramente sì. Un allenamento giusto significa che questo è comunque un ragazzo giovanissimo, che arriva in un altro Paese con altre esperienze, quindi un po’ di adattamento lo deve sicuramente avere: sia al modo di giocare le partite, sia al modo di allenarsi e anche alla vita, perché è stato catapultato in un’altra dimensione. Quindi magari, giustamente, ha avuto bisogno di un po’ di tempo per integrarsi anche con i compagni nuovi.
Purtroppo, quando ho detto così, l’ho buttato in campo la domenica e dopo neanche un minuto è dovuto uscire per questa distorsione alla caviglia. Però in generale, su questi ragazzi di questa età, bisogna avere anche la pazienza di aspettare un attimo.
Come l’ha visto in settimana?
Gasperini:
Allora, lui ha recuperato da questa caviglia, ma non sta benissimo: come dolore, ha ancora un po’ di fastidio a calciare, a colpire la palla, e questo un po’ lo limita. Però ha grande volontà, ha grande voglia di fare. Poi sicuramente durante la partita questi piccoli acciacchi vengono superati.

Volevo chiederle: quando una squadra fa un’impresa solitamente va oltre il 100%, o comunque si avvicina molto al 100% del proprio potenziale. Noi abbiamo la sensazione che questa squadra non sia ancora a questo livello e che abbia ancora margini di miglioramento. Se così fosse, ci sarebbe da divertirsi.
Quindi vorrei chiederle: quanto manca per vedere la sua Roma ideale? A che punto è questa squadra? Ci aiuta a capire a che livello si sta esprimendo e quanto ancora può arrivare?
Gasperini:
Non è che si possono dare percentuali in assoluto, ma questa squadra sta dando molto. Tutti i ragazzi sono nella condizione sia mentale che motivazionale. Non parlerei di imprese, perché ci sono 11 partite, però sicuramente la strada tracciata è molto buona.
La cosa più positiva è che la nostra sensazione è che la squadra sia cresciuta sul piano tecnico. Questa è la base.
Poi potrei dire che noi ci stiamo esprimendo già molto alti per tutte le nostre potenzialità, altrimenti non saremmo in quella posizione in classifica. Poi si possono avere dei miglioramenti, dei margini. Non tanto sul piano atletico — stiamo sicuramente bene — ma anche sul piano tecnico.
Facciamo sicuramente giocate migliori rispetto a qualche settimana fa. Abbiamo una coralità di gioco superiore rispetto a qualche tempo fa.
Dopo la sosta, per le grandi squadre, le cosiddette big, c’è sempre un’incognita alla ripresa: molti nazionali tornano tardi, alcuni tornano stanchi, alcuni infortunati.
Devo chiederle come stanno, i nazionali che sono tornati: sono pronti ad affrontare tre partite di fila che saranno subito molto complicate?
E, a tal proposito, se ci può dare aggiornamenti anche su Angelino e Dybala.
Gasperini:
Angelino adesso ha ricominciato a lavorare, anche se in modo individuale. Sta facendo comunque dei buoni allenamenti, però questa è una situazione in cui dipendiamo un po’ dai medici.
Dybala e Pellegrini stanno lavorando insieme; secondo me sono belli avanti, però anche qui abbiamo bisogno del placet.
Il resto su i nazionali, come tutte le pause della Nazionale — questa volta sono arrivati un giorno prima rispetto alle altre settimane — in generale si sono comportati molto bene: hanno giocato quasi tutti.
Da giovedì ci siamo aggregati tutti quanti, abbiamo fatto due buoni allenamenti giovedì e ieri, e cerchiamo di ripartire da dove ci siamo lasciati, anche se un po’ per tutti, alla ripresa, c’è sempre qualche incognita.
Volevo tornare sull’attacco: abbiamo visto una Roma che, fino alla sosta di ottobre e fino a Firenze, faticava un pochino a produrre occasioni da gol. Poi invece, da Roma–Inter in avanti, è una squadra che produce molto di più, anche se poi la media gol è rimasta più o meno identica.
Volevo capire se dobbiamo aspettarci un’evoluzione in fase di produzione e anche di concretizzazione di queste palle gol: questa squadra ce l’ha nelle corde? Oppure dobbiamo abituarci a una squadra che mantiene più o meno questa media realizzativa?
Gasperini:
Come ho detto prima, cerchiamo sempre di migliorarci. Nell’ultima settimana abbiamo avuto fuori Ferguson, Dybala… tutti gli attaccanti. Quando ti mancano tutti nello stesso reparto, qualche difficoltà la puoi avere, è normale.
Credo che, paradossalmente, invece abbiamo migliorato la capacità di creare occasioni da gol e, di conseguenza, abbiamo fatto qualche gol in più. Però, quando dico che la fase offensiva partecipa tutta quanta la squadra — ad esempio l’assist di Mancini per Celik — è chiaro che andiamo alla ricerca di sfruttare quelle che sono le nostre caratteristiche in questo momento, per i giocatori che abbiamo in campo.
Anche domani sarà così: cercheremo di mettere nelle condizioni migliori le caratteristiche che abbiamo, non dobbiamo andare a cercare altre soluzioni che in questo momento magari sono fuori.
C’è Tommaso Baldanzi. L’abbiamo visto in un ruolo particolare, almeno per me, nell’ultima partita. Volevo intanto capire da lei che tipo di giocatore è nel suo schema e se magari domani può esserci una possibilità ulteriore in questo terzetto d’attacco.
Gasperini:
Le caratteristiche le conoscete tutti benissimo. Noi, in caso di emergenza — come è successo con l’Udinese in un momento di difficoltà — magari, avessimo avuto tutti gli attaccanti, non avremmo adottato quella soluzione. Però in un momento di emergenza credo che lui abbia delle capacità per giocare in quel ruolo. Poi gliene mancano altre, probabilmente.
Ma è un giocatore d’utile: ha tecnica, è molto rapido, calcia bene. In certe situazioni può vincere un apporto e diventare molto pericoloso. Poi magari non è propriamente il suo ruolo, o chissà se lo diventerà; ha giocato sempre in altre posizioni. Però in questo momento è un giocatore efficace per noi. È stato molto bravo con l’Udinese e, comunque, in questo momento è quello che più si adatta a quel ruolo.
Ferguson per caratteristiche, lui più per necessità. È comunque un giocatore che, messo in certe condizioni, può fare bene. Negli allenamenti di queste settimane ha fatto delle cose importanti. Poi è chiaro che, per caratteristiche, gliene mancano altre.
La Roma può giocare in futuro anche senza un centravanti di ruolo? Su Pisilli?
Gasperini:
Si può giocare in tanti modi, l’importante è che sia efficace. Non è detto che serva il centravanti tradizionale. Nella mia carriera mi è capitato di avere Milito che faceva 24 gol, Zapata o Muriel che ne facevano tanti. L’anno in cui abbiamo fatto 28 gol in campionato senza centravanti — perché si era fatto male Zapata — giocavano Ilicic, Gomez e Pasalic dietro, quindi non c’era una punta vera.
L’importante è vedere in campo le soluzioni, le capacità, la tecnica, la capacità di tiro, e come si sposano bene i giocatori. Poi ci sono momenti e momenti nella partita: quando cerchi determinate situazioni, ti fanno comodo caratteristiche diverse. Io credo che sia importante avere più soluzioni, soluzioni diverse, utili a seconda delle partite, che dipendono da noi e dagli avversari.
Per quanto riguarda Pisilli nell’Under 21 ha fatto un gol straordinario, segna con continuità, è un giovane sicuramente tra i più propositivi e interessanti del nostro calcio. È un giocatore a cui devo sicuramente qualcosa. Adesso noi entriamo in una fase di 16 partite consecutive per arrivare a fine gennaio, e poi ce ne saranno altre. Ce ne sono 7 subito: il periodo più duro sarà dal 29 dicembre al 29 gennaio, dove giochiamo 9 partite di fila, con in mezzo la qualificazione in Europa League e quella in Coppa Italia, oltre a partite come Juventus, Atalanta e quant’altro.
È facile prevedere che ci sarà bisogno di tutta la rosa. Io ho utilizzato finora un nucleo abbastanza largo, per la verità, di giocatori che hanno fatto più o meno gli stessi minuti. C’è qualcun altro, tra cui Pisilli, che pur giocando non ha giocato tantissimo. Però nel frattempo lui, chissà Ghilardi, Ziolkowski… questi che sono stati utilizzati un po’ meno: arriva il momento in cui diventa fondamentale la rosa.
Anche perché quando si giocano così tante partite ci sono difficoltà e c’è la probabilità che i giocatori si infortunino o debbano stare fuori. Qui, se stai fuori due settimane, perdi 5-6 partite. E quindi lì verrà fuori anche la potenzialità della rosa e la possibilità, per chi ha giocato meno, di far vedere la propria crescita.
Volevo tornare sulla sosta la Roma dopo le prime due pause la Roma ha sempre perso, è qualcosa sul quale ha lavorato? Ha percepito che potesse esserci un allarme dal punto di vista mentale, o è stato soltanto figlio della casualità degli episodi di quelle partite?
E poi, le volevo chiedere se Hermoso sarà a disposizione per domani.
Gasperini:
Non direi che è casuale. Noi, quando siamo andati in svantaggio, abbiamo quasi sempre perso. Anche l’unica che avevamo ribaltato — a Firenze — però anche lì la cosa è sempre in evoluzione, no?
Man mano che acquisisci capacità realizzative, riesci poi a superare anche magari un episodio sfortunato. Se hai la convinzione e la capacità realizzativa di fare più gol, superi anche questo. Quindi è un processo di crescita anche questo.
Hermoso si è fermato, è stato fermato ieri: ha un fastidio che adesso andrà valutato, ma per domani non c’è.
Per capire: ha percepito, in queste giornate in cui magari c’è più modo di riflettere sulla squadra — immagino abbia visto, sentito, parlato con i dirigenti — se c’è un po’ di preoccupazione?
Perché comunque, al di là delle emergenze che capitano sempre in tutte le partite, dal 14–15 gennaio, adesso non so, mancheranno altri due giocatori, due giocatori importanti per la squadra… e il mercato, che spesso alla Roma — come in tante altre piazze — si fa solo negli ultimi giorni. Invece sarebbe un vantaggio avere giocatori prima.
Volevo sapere la sua idea rispetto al mercato: è un po’ preoccupato, vista anche la grande occasione che, guardando la classifica, si presenta? Perché la Roma è in una bella posizione.
Gasperini:
Questa è la realtà, non possiamo fare niente per modificarla. Quindi dobbiamo guardare avanti, affrontare le cose giorno per giorno, in base alle difficoltà che avremo.
È chiaro che perdiamo due giocatori che hanno giocato molto, che sono una componente forte di questa squadra, però questa è una cosa che si sapeva: non è che ci sia cascata sulla testa all’improvviso.
E quindi dovremo rimediare in altro modo, e lo faremo.
Parla Gasperini: “La classifica non è più un caso. Ghilardi e Ziolkowski sono pronti”
Come mai Rensch dal Derby in poi ha giocato così poco?
Gasperini:
Wesley e Celik sono stati straordinari: hanno avuto un rendimento strepitoso e sulle fasce siamo diventati forti, o perlomeno competitivi. Hanno fatto partite di livello e quindi Rensch ha trovato meno spazio. Ma questo non toglie nulla a lui, che rimane comunque quello che nel derby e nelle ultime gare, quando è entrato, ha sempre fatto bene.
Poi arriveranno anche momenti diversi: più di 11 per volta non riesco a farli giocare.
Domani può essere un’alternativa? Manca Hermoso: quindi le alternative sono quelle di un difensore, oppure di aggiungere un esterno e riportare Celik dietro. Quindi c’è Tzimikas, c’è lui, e dietro ci sono Ghilardi e Ziolkowski. Tra questi uscirà la scelta per domani, per sostituire Hermoso, chiaramente.

Qualche giorno fa Montella ha ipotizzato uno stop del campionato a marzo per favorire la preparazione dei play-off. Lei cosa ne pensa, eventualmente, dal punto di vista tecnico e tattico, proprio in vista dei tanti impegni che avrà la Roma?
Gasperini:
Non risolviamo il problema delle partite, degli stop delle Nazionali, della Lega. È un problema FIFA, è un problema mondiale.
Noi possiamo constatare che il numero di partite è salito in modo esponenziale per tutte le competizioni, sia quelle di club sia quelle delle Nazionali. Questo ha creato un numero di partite altissimo, soprattutto per i giocatori poi convocati con le Nazionali. Questo determina il maggior numero di infortuni, probabilmente.
Se una volta si giocavano 30 partite, adesso se ne devono giocare 60, forse con le Nazionali anche di più.
Perennemente si discute sulla riorganizzazione dei campionati e delle Nazionali. Fare uno stop magari a metà campionato, a me non piace. Però dedicare un periodo esclusivo alle Nazionali e concentrare tutto lì, forse sì.
Di Hermoso ci ha già delineato le varie opzioni. Secondo lei, Ghilardi e Zolkowski in questo momento sono pronti per essere titolari in questa Roma?
Gasperini:
Ma questi sono tutti ragazzi che sono nella rosa, quindi sono tutti a disposizione. Sono stati scelti e selezionati per far parte della rosa, e quindi sono sicuramente pronti.
Lei qualche tempo fa ha detto che la posizione in classifica della Roma era, almeno all’epoca, frutto un po’ del caso. Le voglio chiedere: quando la posizione della Roma non sarà più frutto del caso, nella sua testa? E, a margine, se in qualche modo lei crede ai miracoli.
Gasperini:
Di casuale non c’è nulla. Il caso può esserci dopo pochissime partite: alla prima di campionato, alla seconda… vinci due partite e sei primo. Significa poco.
Dopo 11 giornate significa qualcosina: vuol dire che una striscia l’abbiamo fatta, ma non è ancora una cosa così determinante. Sicuramente dopo il girone d’andata è più veritiero, perché hai incontrato più o meno tutte le squadre. Quello che conta è solo la fine. Il resto non conta.
Miracoli? Miracoli no. L’ultima volta che ho fatto un miracolo è finita male. Non bisogna fare miracoli, bisogna lavorare.
Quando dico che si è liberi di sognare, è perché bisogna sognare: i sogni che si avverano sono rarissimi. Ti ricordi i sogni incubi e i sogni molto belli.
Questo è un bel sogno: almeno te lo ricordi per un po’, e lo vivi bene per un po’. Quelli che si avverano sono rarissimi, veramente pochi.
Ed è anche presto, perché abbiamo appena iniziato.
Tzmikas a che punto è? Quali difficoltà sta incontrando il ragazzo?
Gasperini:
Sì… non lui, gli altri: quelli che hanno giocato un po’ meno, perché qualcuno davanti ha fatto molto bene. E poi, per fortuna, nel calcio le cose cambiano: a volte basta una partita.
Ci sono esempi di Celik, di Hermoso, di Pellegrini. Nel calcio ci sono momenti che, se li sai sfruttare, cambiano tutto.
Poi alcuni di loro — come dicevamo prima per Ferguson — arrivano magari da lunghi periodi di inattività, e nel calcio basta poco per cambiare le cose.





