Hermoso: “Nessun chiarimento con Folorunsho. Spero di restare a lungo”

Alla vigilia di CelticRoma, Mario Hermoso ha risposto alle domande dei giornalisti per analizzare il momento della squadra e le scelte in vista della gara decisiva di Europa League.

Buonasera. Volevo sapere se avete rivisto tutto ciò che è accaduto in campo a Cagliari e se hai avuto modo, poi in privato, di parlare con Folorunsho e chiarirti con lui.

“No, non ho avuto alcuna occasione di parlarci, né c’è stata una conversazione. È un tema molto delicato. Non spetta a me spiegare quello che è successo in campo: è la Lega che deve decidere fino a che punto certi comportamenti e certi commenti siano accettabili.”

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Ti sei mai sentito, in estate, fuori dal progetto? Perché sembrava che potessi partire, e invece oggi sei un titolare importante della Roma. Come hai vissuto questo passaggio?

“Rispetto alla domanda, è vero: il mio primo periodo alla Roma non è stato dei più semplici. Sono arrivato in un momento difficile, non solo dal punto di vista sportivo ma anche personale. Ho avuto mesi complicati, nei quali non riuscivo a esprimermi come avrei voluto e non mi sentivo davvero parte del progetto. Poi ho avuto l’opportunità di andare al Leverkusen e lì, fino all’infortunio, mi sono sentito di nuovo importante, coinvolto, protagonista.

Stavo bene fisicamente, venivo da mesi in cui avevo lavorato tanto e stavo ritrovando continuità. Quando è arrivato il momento di pensare al futuro, era normale chiedersi cosa sarebbe successo: dopo ciò che era accaduto nei mesi precedenti, sembrava difficile immaginare una permanenza, anche per le esigenze del club e per il tipo di profili che si cercavano. Ma tutto è cambiato con l’arrivo del mister. Dal primo giorno è stato chiarissimo con me.

Nella conversazione che abbiamo avuto, lui mi ha detto esattamente quello che pensava e io ho fatto lo stesso. Gli ho chiesto una sola cosa: avere l’opportunità di fare una vera pre-stagione, completa, per dimostrare chi sono fin dal primo minuto. Lui si è impegnato a darmi questa possibilità e l’ha fatto davvero. Mi ha fatto ritrovare quella voglia di competere, quella fame che abbiamo entrambi: affrontare le cose senza paura, lavorare duro, guardarsi negli occhi. Sono molto grato a lui.

Oggi mi sento parte di questo progetto e spero di restarci a lungo, perché credo che la squadra stia riflettendo sul campo il lavoro di tutti noi. E mi auguro che questo percorso insieme duri molto tempo.”

L’anno scorso sembravi un giocatore diverso rispetto a quello visto all’Atlético con Simeone: mancava un po’ della tua aggressività e della tua riconoscibilità. Quest’anno, invece, nella Roma di Gasperini stai mostrando di nuovo quelle caratteristiche. Al di là delle differenze tra Simeone e Gasperini, hai ritrovato qualcosa in comune nei due allenatori che ti ha aiutato a esprimerti così bene?

“È vero: a volte, nella scorsa stagione, non ero nel mio miglior momento né sul piano personale né su quello fisico. Non riuscivo a trovare quello spazio che ti permette di giocare al meglio, di esprimere quello che hai dentro. Quest’anno è diverso: il sistema mi piace molto, mi ci adatto bene e mi permette di mostrare la mia versatilità, sia con il pallone sia in fase difensiva. Mi aiuta a rendere e a ritrovare quelle sensazioni che avevo perso.

Alla fine però tutto passa dall’allenatore: quando trovi un tecnico che ti fa sentire importante, che ti fa credere in ciò che dice, in ciò che trasmette allo spogliatoio, cambia tutto. Ed è una cosa che hanno in comune sia Simeone che Gasperini: la capacità di convincere un gruppo di 23 giocatori, tutti con culture, mentalità e modi di vedere il calcio diversi.
Metterli insieme, farli andare nella stessa direzione, è una delle cose più difficili nel calcio.

Credo che oggi siamo proprio in questo punto: ognuno sa il proprio ruolo, sa cosa deve dare alla squadra, e indipendentemente da chi gioca, tutti remano nella stessa direzione. Questo è ciò che vogliamo mantenere. Il lavoro quotidiano ti porta a presentarti alle partite importanti con questa mentalità: unita, forte e chiara.”

Roma-Como, designato Feliciani: i precedenti sorridono ai giallorossi

Nonostante l’impegno europeo di domani contro il Celtic, la Roma deve già guardare alla quindicesima giornata di Serie A. Oggi l’AIA ha comunicato le designazioni arbitrali del turno, e Roma-Como sarà affidata a Ermanno Feliciani.

Fabregas e Gasperini si salutano prima del match
Il saluto tra Cesc Fàbregas e Gian Piero Gasperini prima di Como-Atalanta – DajeRomatv.it

Per il fischietto di Teramo si tratta del quinto incrocio con i giallorossi, con un bilancio finora molto positivo: 3 vittorie e 1 pareggio. L’ultimo precedente è fresco: il 2-0 sul Verona di questa stagione. Prima ancora, il 3-0 all’Udinese del campionato 2024-25, il 2-2 interno con la Salernitana nel 2023-24 e l’1-0 in Coppa Italia contro il Genoa nel 2022-23.

Completano la squadra arbitrale Scatragli e Palermo come assistenti, Massimi quarto uomo, mentre Mazzoleni e Giua saranno rispettivamente Var e Avar.

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