Europa, torna il problema multiproprietà: anche la Roma dovrà fare attenzione

Puntualmente, come ogni estate degli ultimi anni che si rispetti, torna a far capolino l’annosa problematica relativa alla multiproprietà, ovvero alla gestione da parte di un singolo imprenditore di più squadre contemporaneamente.

Anche nel nostro calcio abbiamo avuto modo di assistere a questo scenario diverse volte, non ultime quelle con protagonisti Lotito, proprietario di Lazio e Salernitana a cui venne concessa una deroga per la cessione a Iervolino fino a gennaio per permettere ai campani di partecipare alla Serie A, e De Laurentiis, attuale presidente di Napoli e Bari.

Lotito seduto in tribuna all'Olimpico
Lotito seduto in tribuna all’Olimpico – dajeromatv.it

Se, però, in Italia tutto ciò è permesso, quantomeno per quanto concerne squadre appartenenti a categorie diverse (nel nostro paese il divieto per qualunque tipo di multiproprietà scatterà nel 2028-29), in Europa decisamente no, con l’esplicito diniego dell’UEFA che recita:

Nessun club che partecipa a una competizione UEFA per club può, direttamente o indirettamente:
Nessuno può essere coinvolto simultaneamente, direttamente o indirettamente, a qualsiasi titolo nella gestione, amministrazione e/o prestazione sportiva di più di un club che partecipa a una competizione UEFA per club. Nessuna persona fisica o giuridica può avere il controllo o l’influenza su più di un club che partecipa a una competizione UEFA per club.”

Il caso Crystal Palace-Lione e simili

In queste ore, come riportato dal Daily Mail, il Crystal Palace, fresco vincitore della FA Cup e conseguentemente qualificato alla prossima Europa League nonostante il dodicesimo posto in Premier League, rischierebbe l’esclusione dalla suddetta competizione europea a causa del presidente John Textor, proprietario del 43% delle quote del club e contemporaneamente anche di una parte dell’Olympique Lione, anch’esso approdato nell’ex Coppa Uefa grazie al sesto posto in Ligue 1.

I calciatori del Crystal Palace si abbracciano dopo il gol di Eze in finale di FA Cup.
I calciatori del Crystal Palace si abbracciano dopo il gol di Eze in finale di FA Cup – dajeromatv.it

Riprendendo quanto detto dal tabloid inglese, le Eagles proveranno a far leva sul fatto che “Textor condivida la proprietà del club con altre tre persone e che non ci siano calciatori condivisi tra le due società”, oppure tenteranno di non far figurare tale nome nel proprio CdA per eludere la marcatura stretta dell’UEFA, come fatto lo scorso anno da Manchester City e Girona.

I Citizens e la formazione catalana, infatti, nonostante appartenessero entrambe al City Football Group sono riuscite a prendere tranquillamente parte alla scorsa Champions League proprio grazie a questa mossa, ovvero sostituendo i tre nomi presenti in entrambi i CdA con altri tre “puliti”. Stesso modus operandi utilizzato, tra le altre, anche da Milan e Tolosa di proprietà Elliott, dagli stessi rossoneri e il Lille, da Aston Villa e il Vitoria, da Brighton e Royale Union Saint-Gilloise, a testimonianza di quanto agevolmente possa essere aggirata questa regola.

Sulla Roma

Anche la Roma potrebbe, dunque, incappare nella stessa problematica nel prossimo futuro se l’Everton dovesse centrare una qualificazione europea. In quel caso potrebbe trattarsi di un grattacapo un po’ più rognoso rispetto a quelli sopracitati in quanto i Friedkin proprietari unici del club giallorosso e delle quote di maggioranza di quello inglese, ma comunque superabile attraverso qualche altro e nuovo escamotage.

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